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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   .Milano
   117
   arti: 15 di moda e G umoristici, senza dire del numero infinito di pubblicazioni speciali, che, a scopi polemici, (li informativa e di pubblicità, hanno qualche affinità colla stampa periodica.
   Ter ultimo, pensando che Milana è il maggior centro in Italia di produzione e ih commercio librario, e che pur questo fatto deve avere peso nella valutazione del grado di coltura d'una data popolazione, si deve convenire che la qualifica di capitale morale con cui sovente si indica Milano non è, come si potrebbe credere, una figura retorica, convenzionale, ma una verità di fatto, patente e riconosciuta.
   MILANO BENEFICA
   La beneficenza pubblica è fra lo più antiche e gloriose tradizioni di Milano. Non v'è periodo della storia milanese che non segnali qualche pietosa manifestazione verso i sofferenti, 1 derelitti, i reietti della società. 1 ricordi, le lapidi, i monumenti dell'era romana — abbenehè la civiltà pagana avesse della carità concetti assai differenti dì quelli portati dalla civiltà cristiana - ci parlano, anche per Milano, di asili pei viatori, di bagni, di scuole, di collegi per i poveri e d'altre consimili istituzioni a sollievo dei cittadini avversati dalla fortuna.
   La rivoluzione Cristiana dà un nuovo grandioso impulso al sentimento della carità: ed in Milano, col vescovado di Ambrogio, anche per questo rapporto si iniziano tradizioni gloriose. Ambrogio, fatto vescovo, distribuisce una metà dei suoi beni in soccorso dei povei i, mentre l'altra serba ai bisogni della sua chiesa. Alieno dai litigi, era determinato i 11011 rivendicare certe sue proprietà in Africa se Satiro, suo fratello, che ne amministrava le sostanze, non lo avesse persuaso altrimenti dicendogli: « Se le perdi, non sei tu che le perdi, sono i poveri — Oltre dei suoi, aliena anche i beni della Chiesa, per riscattare alcuni cittadini rimasti schiavi in potere dei barbari già niinaccianti ai confini d'Italia. — Marcellina, sorella di Ambrogio, era chiamata la vera madre dei bkvxjuom. Satiro morente, ad Ambrogio e Marcellina che lo assistevano, diceva: « A voi lascio ogni mia sostanza, certo di lasciarla ai poveri > — e poscia soggiungeva: « Io lascio a voi tutto, ed i miei poveri assieme ». — Ambrogio inoltre raccolse le nonne della carità nel libro De offìeiis, che anche oggidì può essere citato come non inutile testo a clu si applica allo studio ed alla nobile missione della carità.
   Tal seme non poteva a meno di recare buoni frutti, ed anche nei tempi più oscuri della decadenza, fra le tenebre più fitte del medio evo, le cronache, le lapidi e i monumenti di Milano, giunti fino a noi, ci parlano di asili, di ospizi, case per i pellegrini, omessi alle chiese, ai monasteri, o vicini alle porto della città; di ospedali per gl'infermi, e per i lebbrosi specialmente — allora assai diffusi in Europa tutta pei convulsionari gli appestati o gli afflitti in genere da quelle strane, terribili e quasi misterioso malattie, che furono caratteristiche di quei tempi e delle quali oggi, fortunatamente, non si hanno se non i ricordi, vaghe nozioni o qualche rara forma spuria. Iu questi istituti che la morale cristiana inculcante la carità, la pietà, l'assistenza fraterna pei poveri, gli sventurati, i derelitti d'ogni guisa, aveva creati e manteneva, sono gli embrioni ì rudimenti delle future opere pie, pelle quali, altamente, fra le città moderne, Milano va distinta.
   La tradizione che nei fasti della pietà milanese risale a maggiore antichità è quella dell'assistenza all'infanzia derelitta. Essa vanta in Milano una continuità d'oltre undici secoli. Nei tempi di mezzo, quando frequenti erano le invasioni, i saccheggi, le distruzioni delle città per opera di orde annate, nò meno frequenti (perchè conseguenti a cotesto! flagello della guerra) le carestie e le pestilenze, facilmente avveniva che padri e madri, o terrorizzati nell'ansia di mettersi in salvo coi minori intoppi possibili, o affamati, o malati e morenti, o cattivi, abbandonassero alla via o gettassero nelle chiaviche u nei canali ì loro nati. Era un uso, che, come tanti altri, non meno orribili, la