Milano
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trasportarono a Brera — essendo appena terminato il magnifico palazzo — ed ivi ampliando i corsi e gli insegnamenti e crescendo d'influenza a dismisura imperarono per ben due secoli. Soppressi i Gesuiti nel 177i> e sciolte le loro scuole, un decreto imperiale fondava la Regia Pubblica Scuola superiore, come s'è detto, coll'unione della Scuola Palatina del Broletto e di quelle Canobiane.
Sin dal 1G09 i Barnabiti, 111 concorrenza coi Gesuiti, avevano istituite presso Sant'Alessandro le scuole Arcimbolde — da un lascito di Gian Battista AreimboHlo, patrizio milanese - che durarono tino alla soppressione dell'Ordine, nel 1810. Gli stessi Barnabiti, col lascito di Antonio Longone, morto nel IOLI, istituirono un collegio pei nobili poveri, il quale ebbe dall' imperatore Carlo VI titolo d'imperiale. Il collegio Longone passò dai Barnabiti ai Gesuiti, da questi nuovamente ai Barnabiti, soppressi ! quali fu affidato a sacerdoti secolari ed infine laicizzato nel 1810, militarizzato negli ultimi anni e smilitarizzato ora pelle nuovissime disposizioni ministeriali.
Un'altra scuola avente per iscopo di istruire 50 giovani poveri nella grammatica e nell'aritmetica fu aperta — col lascito di G. B. Marone — dai Domenicani di Sant'Eu-storgio; fu detta Scuola Murene e durò fino al principio del nostro secolo.
Sono infine da ricordare i Seminari, il Collegio Elvetico, le scuole degli Oblati e degli Umiliati, di carattere puramente religioso, fondate da S. Carlo e continuate dal cardinale Federigo Borromeo; a queste erano pure ammessi giovani di famiglie nobili o di civile condizione.
Il governo di Giuseppe II, ma più ancora quello della Repubblica Cisalpina prima, della Repubblica Italiana e del Regno Italico poi, intrapresero l'opera, non facile, perchè contraria ad un numero grandissimo di interessi, di tradizioni, di abitudini, di sentimenti, di influenze, della secolarizzazione dell'insegnamento. 11 soffio rinnovatore dell'era moderna aveva più che mai fatto sentire il bisogno che l'istruzione pubblica — fondamento alla grandezza vera delle nazioni — cessasse di essere attributo e monopolio pressoché esclusivo di una casta, e diventasse funzione essenziale dell'organismo sociale. Tra la fine del secolo scorso ed il principio del nostro, per l'impulso dato alle idee liberali dalla rivoluzione del 1789, lo Stato ed il Comune cominciarono a sostituirsi alle corporazioni religiose — il cui ciclo d'azione i nuovi tempi chiudevano — nell'importante e delicata funzione deli insegnamento nazionale.
Ed anche la restaurazione austriaca del 1815, che per tante libertà conquistate fu si inesorabilmente restrittiva, per l'istruzione pubblica fu larga abbastanza e rispettosa, quasi, degli ordinamenti che il precedente periodo aveva creati, cui corresse m certi difetti e perfezionò sistemandoli sugli esempi della Germania, ove fin dalla metà del secolo scorso Federico li di Prussia aveva resa obbligatoria per tutti i cittadini l'istruzione primaria e secolarizzati gli istituti dai quali veniva impartita.
Il riordinamento austriaco data dal 1817 colla creazione, o meglio trasformazione, del Liceo, istituito sui ruderi delle scuole Arcimbolde dal Governo Italico, in due istituti d'istruzione secondaria superiore o licei, due istituti d'istruzione secondaria inferiore o ginnasi ; a cui per sopperire ai bisogni crescenti della popolazione si aggiunse un ginnasio municipale e più tardi, nel 1852, un liceo pure municipale, mentre andavano diventando municipali e pubbliche le scuole elementari.
Xel 1850 il Governo nazionale riformò l'ordinamento austriaco, salvo poche varianti, nell'ordinamento che ancora vige, per il quale si hanno in Milano tra governative e municipali sedici scuole per l'insegnamento secondario: cioè 3 licei, 3 ginnasi, 6 scuole tecniche, delle quali 1 femminile, 1 istituto tecnico, 1 scuola nonnaie maschile, 2 scuole normali femminili. Queste, i licei ed ì ginnasi specialmente, sono derivazioni più o meno dirette dalle antiche scuole superiori monastiche ed ecclesiastiche secolarizzate sul principio del secolo e trasformate, riordinate dai governi del Regno Italico, dell'Austria e nazionale.
15 — l.n Patria, voi, II.