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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Milano
   f>7
   Alessandro, sorse nei tempi di mezzo una piccola chiesa, intitolata a questo martire. Avutala nell'anno 1560 i frati barnabiti, con privilegi parrocchiali, pensarono di erigere una chiesa meglio rispondente alle ricchezze del loro ordine cu al usto del tempo. Cosi ne venne la mole attuale ili Sant'Alessandro, cominciata nel 1602 sui disegni di Lorenzo Binaghi. frate barnabita, il quale pensò in parte ili inspirarsi alla basilica vaticana. La facciata rialzala sopra lina vasta gradinata, e munita ili due sgradevoli torricciuole laterali, è tozza, pesante, disarmonica. Migliore assai è l'interno nel quale l'arte barocca potò largamente scapricciarsi, tanto nelle linee generali, quanto nei particolari dell'ornamentazione. Il piano ili questa chiesa è a croce greca, con tre navate, corrispondenti a tre porle e tre altari. E lunga ni. 61,50, le braccia laterali misurano in. -10 ed è larga ni. I>2. L'enorme cupolone poggia su pesanti pilastri ai quali furono addossate bellissime colonne. Grande sfoggio di marmi finissimi, colorati e di pietre dure negli ornati dell'aliar maggiore. Migliori delle decorazioni architettoniche sono le granili pitture murali ed i quadri ili ottima scuola lombarda che si ammirano in questo tempio. Ve ne sono di Daniele Crespi, del Procaccini, del Sant'Agostino, del Campi, del Montalto, ilei Bianchi, dell'Abbiati, ottimi nella pleiade di pittori dei quali allora abbondava l'Italia. Ilavvi pure un bel ritratto in bassorilievo dell'astronomo e matematico celeberrimo, Paolo frisi, barnabita, dovuto al Franchi.
   San Sebastiano (via Torino). — E una bella rotonda d'ordine dorico, disegnata dal Pellegrini per incarico di San Carlo Borromeo, a compimento d'un voto fallo della città durante la peste. Fu eretta a spese pubbliche e con oblazioni private. Né fu posla la prima pielra dal Borromeo il 7 settembre 1570. Nella sua semplicità è un bellissimo pezzo architettonico, ma in buona parte malamente occultalo dalle adiacenti case.
   San Vittore al Corpo (via San Vittore). — Entra nel novero delle più antiche basiliche milanesi, e dicesi fondata da quel senatore Filippo che fu fra i primi neofiti milanesi, ed i cui figlj, Porzio e Fausta, eressero ciascuno mia basilica. È questa la basilica Porziana od extra-murana, teatro ai fasti di Sant'Ambrogio, alle sue contese cogli Ariani; è quella che, per impedire agli Ariani di occuparla, tenne per più giorni ripiena ili cattolici, cui serbava vigili e distratti dalla noia, col canto alterno degli inni da lui composti; è quivi che egli respinse l'imperatore Teodosio, desideroso di intervenire agli uffici sacri, se prima non aveva fatta ammenda ilei sangue sparso nelle stragi perpetrate a Tessalonica, per punire quella città dell'aver abbattute le staine imperiali. Fu dunque grande la venerazione che in ogni tempo ebbero i Milanesi per questa chiesa alla quale si colle-gallo le più antiche loro tradizioni religiose. 11
   nome di San Vittore al Corpo le venne, secondo alcuni, dall'esser quivi slato trasferito il corpo ili questo martire; secondo altri, e forse con maggiore probabilità, dall'esser state in quelle vicinanze le tombe degli imperatori Massimiano, Graziano e Valenliniano 11, morti in Milano. Subì quesla chiesa varie ricostruzioni delle quali la piti importante fu quella ilei 1560 per opera di Galeazzo Alessi che n'ebbe incarico dai monaci Olivetani officianti la chiesa. 11 grande artista perugino sfoggiò in quest'opera una semplicità che non era nelle sue abitudini. L'interno, ricco di ornali e di stucchi del secolo successivo contrasta assai colla semplicità elegante ed armonica dell'esterno. I dipinti murali e ad olio sono tutti della scuola secentista lombarda, in cui primeggia il già citato Daniele Crespi. Magnifica, per ricchezza d'ornati, la cappella della famiglia Arese.
   S. 11. ilei ('.armine (corso di porta Garibaldi). — Fu eretta inlorno al 1416 dai Carmelitani, che sin dal 1100 avevano stabilito in quelle vicinanze un grandioso convento, del quale esiste ancora gran parie, adibito ad uso privalo. È in istile gotico perfetto, a tre navi in croce latina, lunga m. 78, larga 25 e 50 nella crociera. Vi erano i monumenti funerari delle più nobili famiglie milanesi, distrutti nei restauri o per altre cause tolti di là. Fra le pitture è rimarchevole una Madonna a fresco del Luini. La facciata venne rinnovata con molto gusto ed in perfetto stile gotico nel 1870.
   San Marco (piazza omonima e via Fate-Bene-fratelli)(fig. 35). — La bella facciata, il campanile ed il retro di questa chiesa lascierebbero credere al visitatore di trovarsi davanti ad un monumento ili puro siile gotico: ma l'illusione sfuma non appena s'entra. Nulla di più dissonante, architettonicamente parlando, dell'interno coll'esterno di quesla chiesa, che 6 delle più vasle di Milano. L'interno 6 affatto moderno, ad arcate a pieno centro sostenute da pilastri in materiale. Fu eretta nel 1251, per volo dei cittadini, fuori della allora detta Pusterla di Brera. Venne ampliati) nel 1500, coli'aggiunta delle cappelletto, clic s'aprono nella navata laterale destra, tulle disuguali fra di loro. Ila qualche buon dipinto di scuola milanese del seicento.
   Fu in quesla chiesa che nell'anniversario ili Alessandro Manzoni venne eseguita davanti ad un pubblico il 'élite per la prima volta, la gran Messa ili Requiem composla da Giuseppe Verdi. Le qualità foniche della chiesa non corrisposero pienamente alla grandiosità del lavoro, che in qualche punto parve assordato.
   l'Incoronala (piazzale di porta Garibaldi). — Dov'è ora questa chiesa, in altri lempi aperta e boscosa campagna, era sin dai secoli ili Ambrogio un piccolo eremo nel quale si trattenevano a pregare, a meditare e studiare i neofiti che volevano mettersi al sacerdozio. Sembra, che quivi, dopo