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l'aite Seconda — Atta Italia
I attuale, alto Ili. <14.00, su disegno di Girolamo Quadrio.
Sulla porla di questo tempio il 20 dicembre 14Ì0 mi nucleo di congiurati, e tra cui Gian Andrea Laiiipugnani, Girolamo Olgiati e Carlo Visconti, uccise proditoriamente il dura Galeazzo Maria Slbrza, sperando ridai libertà a Milano: ina furono uccisi, poco appresso, dai segnaci del duca. La idiiesa di Santo Stefano è a tre navate di otto ardii: lunga m. 60.33, larga ni 31 ; alta dal pa\iinenlu alla vòlta ni. 20.82. Ila ricchi altari c linone pitture.
San ItiTiiariliuo dei Ilarii (piazza Santo Stefano). — È una piccola chiesa eretta nel 1000 su disegni del Mei li nel luogo ove trov.ivasi raccolto entro ima specie di cripta mi grosso deposilo di ossa tornite. Una tradizione popolare vorrebbe elio queste ossa assai antiche, fossero quelle dei Milanesi vittime degli Ariani o Goti condotti da l'raja : nulla storicamente conferma la leggenda. Altri opina che quelle ossa vengano dal (¦imiterò annesso allo spedale di San Giobbe che era in (pici paraggi. La rovina del campanile di Santo Stefano avendo assai danneggiata la cripta, si decise di erigere l'attuale chiesa in cui 1 architetto si sbizzan i assai lugiibrcmeiite, facendo servire alla decorazione degli altari e delle modanatura quei teschi, quelle tibie, quegli stinchi umani. La cosa piacque tanto a Giovanni \ redi ['ortogallo, che ne fece levare il disegno per riprodurlo a Lisbona.
San Satiro (via Torino e \ iii Falcone) (fig. 33). — ('.liti: tra le chiese pitica rattcristiidie ed eleganti di Milano. Fu fondata iieH'801,) dall'arcivescovo AiispertJ che in quei dintorni aveva ceduto case di sua proprietà per mi ospedale ed asilo dei poveri e dei pellegrini. Della chiesa d'Ansperto liavvi incora nella crociera a sinistra una cappella con quattro colonne ili dimensioni e capitelli (lincienti dagli altri, tolti, come allora si usava, da edilizi anteriori. L'attuale chiesa, fatta in forma di T o croce mozza, viene da 11'un ione di due chiese, erette sulla impostatura dell'antica Santa Mima e San Satiro, onde la vera denominazione attuale è ili Santa Maria presso San Salirò, f,'interno e di tre navate al pie' di croce, e d'una navata ampia, a pieno centro nella testata Mancando di coro, nell'altare maggiore fu dall'architetto immaginata una prospettiva in rilievo che
10 simulasse, e l'eH'cIto è abbastanza riuscito, col ahi di essere di molto anteriore, e certo per l'esecuzione non inferiore alla celebrala prospettiva in inalino del lìorromini nel palazzo Spada in Roma. Nella ornamentazione vi sono accenni alla maniera brainanlesca, e, se non il Bramarne in persona è certo che vi lavorarono artisti usciti dalla sua scuola, come il Bramantino,
11 Caradosso ed altri.
La sagrestia (fig. 34), o, per meglio dire, il battistero, è un ottagono attiguo alla chiesa, dalla
parte destra della navata maggiore. 11 Vasari ne attribuisce al Bramante il disegno veramente indovinato e leggiadro, ma è accertato che gli ornamenti, ! bassorilievi, le teste a tutto risalto, in cotto, sono lavoro del Caradosso. E di questo insigne artista del Biiiascinieiilo e pure il gruppo della l'irta, clic si vede nella cappella aulica, collegata con un breve passaggio alle due, chiese.
San lantani llayijiure (corso di porla Romana).
— Si attribuisce dagli storiografi moderili la erezione di questa chiesa a Sant'Ambrogio, clic itel) 832 l'avi ebbe fatta erigere sul posto di un antico teatro per dedicarla agli Apostoli. Pfè l'affermazione pare infondata, dacciiò scavando in molte riprese, e nella chiesa e nei dintorni di essa, per i lavori successivi, si rinvennero sempre avanzi di antichità romana. Nel 1841 fu poi trovato un sepolcro dei primi tempi •cristiani con pitture del più alto interesse per la storia dell'arte, che però non fu possibile conservare, ina soltanto rilevare fedelmente col disegno. Fra come Santo Stefano compresa nel l'rolio arcivescovile, ed andò distrutta nel famoso incendio del 30 marzo del quale non si sa la causa, ina che il Verri sospetta criminosa, licstauraudosi da quel danno, San Nazzaio fu ampliato per ima prima volta, poi di nuovo, da San Carlo Borromeo. 1 cappelloni laterali furono architettati nel 1083 da Carlo Buzzi. 11 vestibolo ottagonale t opera bramantesca del 1518, eretto a spese del gran maresciallo Gian Giacomo Iri-vulzio che quivi fu sepolto, e sulla sua tomba eretta dal nipote Gian Francesco leggesi la scritta Qui nunquam quievil, qaicscil — luce (chi non riposò mai, riposa —¦ taci). Altre tombe di famiglia Trivulzio, della quale cotesto vestibolo può dirsi l'antica cappella gentilizia, sono con molta arte disposte negli spiccili dell'ottagono, guadagnando così spazio sull'angustia del luogo. La chiesa è ad una nave, a croce latina, con archi di lunghissima corda non legati da chiave, ed ancora intatti dopo tanti secoli e tante vicende.
sono buone pitturò ed ì vetri colorali della cappella a desini attribuiscasi a Luca d'Olanda,
Sant'Antonio (via omonima). — E ima bella costruzione — ad una sola navata — di quel periodo di transizione clic sta fra l'arte del Rinascimento e l'arte barocca E ricca ili fregi, di marmi, di dorature, di pitture; ma nell'insieme è elegante, armonica, intonata. La volta, a largo arco, fu frescata da Giainbatlista Gallone eccellente pittore genovese. 11 campanile, clic serviva ad lina chiesa anteriore, annessa al convento ed ospizio pei pellegrini, è una bellissima opera del secolo Xlll; notevole per le decorazioni, archiacute. in cotto e per il cono acuto, col quale finisce.
Sant'Alessandro (piazza omonima, via Zebedia).
— Nel luogo ove sorgeva il carcere romano detto di Zebedia ed ove fu martirizzato il legionario
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