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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'aite Seconda — Atta Italia
   il corpo dell'inquisitore, portato a Milano, fu sepolto eon grande pompa in Sant'Hustorgio, la Corte romana si affrettò a spedire le bolle di canonizzazione, ed i frati domenicani a raccogliere fondi fra la volonterosa folla dei divoti per preparare un condegno sepolero al nuovo santo che tanta gloria e prestigio rifletteva sul loro online. Cominciarono col dedicargli un magnifico altare, contornato da 84 colonnette onde tenere a disianza la ressa continua dei divoti, che da lontanissimi paesi traevano a venerare la tomba del neo-martire e santo. Indi il fiorentino Pigolio dei Porlinari, nel 1460, pensò dedicargli la cappella che è dietro al coro, architettata forse da Miche-lozzo, prìmfi tentativo in Milano per staccarsi dallo stile gotico e rientrare nello stile classico. É ancora a sesto acuto nella volta, ina nella ricorrenza delle linee e nelle, decorazioni si vedo la tendenza ad un fare nuovo, che non è più nei dogmi dell'arie gotica. L'arca racchiudente le spoglie del Santo è opera di Giovanni Dahl uccio, da Pisa, e la si ritiene fra i più arditi e belli lavori del Rinascimento. È in marino di Carrara eon otto bassorilievi rappresentanti la vita del santo, e otto statue delle virtù teologali e spiri tuali stanno intorno all'arca, elie s'alza a piramide con moltissime statuette e disegni di vaghissima fattura. Nella sua disgrazia Pietro da Verona fu ancora fortunato', perchè se all'infuori della divozione dei fedeli il suo nome sopravvive, c specialmente per questo magnifico monumento di Calduccio ila Pisa e per il gran quadro ili Tiziano che ne rappresentava il martirio,, considerato come il capolavoro del gran colorista cadorino, disgraziatamente andato perduto in un incendio nel 1SG7 a Venezia, ma del quale il Doineniehino fece la copia mirabile che si conserva a Bologna. E noto elio, il Senato di Venezia aveva comminala la pena di morie a chi avesse tentato, anche acquistandolo, di far uscire dagli Stati della Serenissima cotesta mirabile opera ili pittura.
   La tomba del Balduccio e la cappella del Pi gelili costarono 2000 ducati d'oro raccolti fra doviziosi e principi, del paese e lontani; la città per mezzo dei suoi magistrati offriva 150 terzoli all'anno.
   Di singolare fattura è pure l'altare maggiore eretto nel 11J16 per cura di Uberto Visconti; Gian Galeazzo vi aggiunse l'ancona con nove bassorilievi; e nel 1510, volendosi imitare il Cal vario vi si sovrapposero, con gusto discutibile ed effetto mediocre, delle cuspidi in istucco dorato, sotto cui sono i personaggi della passione.
   Santa Maria delle Grazie (fig. 2(V). — Ma la chiesa nella quale l'arte radiosa del Rinascimento ha avuto maggior campo di esplicarsi, e fittila di Santa Maria delle Grazie, sul corso di porla Magenta,
   Prima che sorgesse il tempio attuale, esisteva in luogo una cappelletta di proprietà della famiglia
   de'Viiriercati, eon una Madonna alla quale attri-buivansi numerosi miracoli. Nel 14G3, Gaspare Vimercati cedette la cappella, insieme ad alcune case di sua proprietà, ai Domenicani, allineile vi erigessero un tempio ed un nuovo convento, come avevano desiderio.
   Questi accettarono il dono ed affidarono l'incarico dei disegni e dei lavori, prima a Guiinfoi te Solari elle cominciò l'opera in stile gotico, poi al Bramante e secondo alcuni anelie a Lionardo da Vinci — i due maggiori artisti elie allora vantasse l'Italia, attratti a Milano dallo splendore emanante dalla Corte degli Sforza. 1 lavori cominciarono nel 146», e nel 1406 Gasparo da Viinereate mori, lasciando nel suo testamento, la per allora enorme somma di 6000 scudi onde continuare la fabbrica raccomandandola poi in special modo a Ludovico Maria Sforza, detlo il Moro, caldissimo amico suo. Ed il Moro, sebbene ì tempi s'andassero man mano abbuiando per la signoria sforzesca, tenne 1 incarico e si prese grandemente a cuore la fabbrica, tanto che fu per sua volontà e consiglio se si riformò la costruzione già avanzata in istile gotico, nelle nuove maniere di cui erano apportatori i grandi artisti che, venuti dalla Toscana, avevano aperto scuola in Milano.
   Per questo, la chiesa delle Grazie presenta oggi due corpi ben distinti, cioè : la parte anteriore in uno stile speciale clic si potrebbe chiamare di transizione fra il gotico puro, e gli inizi del liinasciniento, l'altro ni una completa, quasi improvvisa esplosione in islile del Rinascimento, quale usci dai primi concepimenti degli artisti, non ancora ben depurato nelle sue formule, nelle nuove sue eleganze.
   Nella fiancata esterna del monumento che dà sul corso Magenta emerge evidente, anche all'occhio meno esercitato in l'atto d'arte, la brusca dissonanza ilei due stili. il gotico rigido dalle lunghe ed acute finestre delle navate, ed il restante stile della nuova èra che por l'arie italica allora andava aprendosi.
   La parte importante, caratteristica di questo monumento, dei più singolari che s'abbiano ni Italia, è certamente la parte posteriore, bramantesca — sebbene ci sia argomento a credere che il Bramante, pur avendola ideata, non abbia lavorato agli ornamenti estremi della cupola, nei quali i timpani delle finestre bifore accennano ad una ricaduta nello stile lombardo che non ha nessun esempio nelle opere autenticate del Bramante. Comunque, è bramantesca tutta la parie inferiore dell'eilifizio , colle tre absidi semicircolari sporgenti su tre lati del eubo fondamentale, due minori ai fianchi, la maggiore in testa: bramanteschi gli ornali copiosi in terra cotta che fregiano tutta questa parte dell'edilizio : bramantesche le edicole, elle sorgono sui quattro lati ai fianchi : di bramantesca eleganza ed ardimento è la cupola ettagona sollevata a maestosa