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l'arte Seconda — Alta Italia
doveva, diciamo, primeggiare nel numero e nella grandiosità dei monumenti sacri dai quali e religione e clero traevano certamente forza e prestigio crescenti. E così è difatti. Intorno alle primitive basiliche cristiane, non appena l'Editto di Costantino ebbe proclamato tollerati tutti i culti, crebbero per lo slancio dei fedeli e per lo zelo dei vescovi basiliche e chiese di minore, importanza. Di queste molte sono scomparse, nelle trasformazioni, nei rinnovamenti successivi della città; altre invece rimangono ancora, e ad onta dei sopravvenuti restami, con caratteri abbastanza evidenti dell'antica loro struttura, grandiosità e ricchezza.
Nel novero son da citarsi :
San Vincenzo ni Prato (fig. 21). — Venne restaurata con non lieve dispendio, ma con grande amore d'arte mediante, contributi del Municipio e di cittadini privati. K il più perfetto modello rlie si abbia della trasformazione della basilica pagana (luogo di riunione dei mercanti, magistrati, ecc. ecc., per discutere degli interessi o delle cose di giustizia) in basilica cristiana o chiesa, perchè accoglieva tutti i fedeli, catecumeni e neofiti nelle navate minori, battezzati ed anziani nella maggiore, vergini, donne e matrone nella galleria superiore, (piando questa esisteva, od in un riparto speciale, non esistendo la galleria. Le origini di questo edifizio sono ignote, ma tutto lascia supporre clic esistesse assai prima dell'editto costantiniani). Sullo scorcio del secolo Vili, sembra che I ultimo re longobardo vi aggregasse un monastero di Benedettini e dedicasse la chiesa a San Vincenzo che fn detta al l'ralo, dalle praterie elle in quella località, allora assai discosta dal nucleo della città, anzi extra-innrana, dovevano circondarla. Fu restaurata nell'anno 138(5, per opera dell'abate Beno da Ber-nareggio, indi devastata sul principio del secolo XVI nelle guerre per la successione al ducato di Milano. Sulla fine del secolo servi da caserma
0 stalla per la cavalleria; più tardi venduta, servi di opificio ad un'industria chimica; infine, nell'anno 18C>8, attirata da artisti e studiosi cittadini l'attenzione sulla importanza archeologica clic, tale edilìzio — anello di congiunzione fra l'arte cristiana e l'arte pagana — poteva avere, fu, mediante elargizioni private e pubbliche, riscattata, e con paziente cura e diligenza artistica restaurala, ripristinata in quanto era possibile alla fiso-noiiiia primitiva, e riaperta al culto il 20ottobre 1889. E oggi monumento interessantissimo a visitarsi, che per importanza archeologica si lascia sopravvanzare soltanto dalle più antiche basiliche dì Roma, fra cui è prima San Clemente.
San Simpliciano. — Altra chiesa di notevole antichità e di grande interesse artistico, tanto per l'edilizio in sé, quanto per le pitture del borgognone, e per le antiche sculture clic la fregiano, è quella ili. San Simpliciano, sul corso di porla Garibaldi. 1. fra le chiese fondale da Sant'Ambrogio; San Simpliciano, (die gli fu successore. nel vescovado e che ne segni gli esempi,
1 ampliò ed ornò con maggiore ricchezza, sep-
pellendovi, in apposita urna, le ossa dei martiri Sisinio, Martirio ed Alessandro, caduti nell'evan-gidizzare, i lìeri abitatori delle Alpi Bezie, in valle di Non, od Anauma.
San Simpliciano, ch'era già vecchio;,, (piando succedette all'amico e maestro Ambrogio nel vescovado, non lenne a lungo l'onoranda carica; mori quattro anni dopo, intorno al 400 e fn sepolto in questa chiesa da lui specialmente prediletta. Eretta, in forma di basilica, come del reslo tutte le chiese dei primi secoli, dovette subire mutamenti e ristami clic non sempre rispettarono le antiche, linee, specie quelli che vi furono eseguili nel 1582. Restaurati} nella prima metà del nostro secolo dall'Alvisetti, fu ritornata, per quanto possibile, alla forma e semplicità aulica. Interessanti sono lescoltnrc dei primi tempi cristiani clic ornano la porta maggiore, alcuni capitelli e le lapidi romane che vi abbondano. In una piccola cappella attigna vellosi, attraverso ad una inferriata, l'urna (die racchiude le ossa dei martiri Sisinio, Martirio ed Alessandro. E nota la leggenda, che tre colombe partite dall'altare di questi martiri, nella battaglia di Legnano, confortassero i Milanesi alla vittoria, posandosi nell'ora decisiva della pugna sulle antenne del Carroccio, per il che, la devozione dei Milanesi verso l'antica chiesa si accrebbe a dismisura e granili donazioni le furono fatte. Nel coro 6 un grandissimo fresco rappresentante Mariti Assunta fra glorie di Ali-Sedi, e contorno di Santi ed uomini illustri, fra i (pialiadditasi un ritratto di Dante: è opera del Borgognone, ritenuta fra le pitture migliori ili questo eletto artista del rinascimento.
San Lorenzo. — Per quanto questa chiesa sia stata completamente rifatta nel secolo XVI ad opera di Martino Bassi, sul piano della chiesa famosa di San Vitale in Ravenna, ripete sempre le sue origini, e parte della sua disposizione fondamentale, dall'epoca romana, poiché è fuor di dubbio che quesla chiesa non sia sorta sulla località e sulle fondamenta delle grandiose tenne milanesi, che Massimiano Augusto, non edificò, no, ma che restaurandole ed ampliandole volle ribattezzare col proprio appellativo di Erculee. Studiata sulla pianta, colle appendici delle varie cappelle, San Lorenzo conserva tutte le caratteristiche degli edilizi termali romani: aggiogatisi poi la vicinanza delle famose sedici colonne,