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Fig. 21 — Milano: Interno della cliiesa di San Vincenzo in Prato (da fotografia di Buoni).
e oompb-ln opera di oreficeria eli e si conosca dalla decadenza di fiorii a al mille. l'I cosa nel suo genere unica al mondo e fu gran ventura se popolo e prelati seppero conservarla alla città, fra tante vicende e tante depredazioni iti nemici e di amici, barbari e civili. Di Ansperto, die in questo tempio volle dormire reterno sonno, oltre 'dell'atrio già dello, si hanno opere di ripara/ione, di restauro generale, donazioni ed abbellimenti I/interno di Sant'Ambrogio, colle R!!i areale a pieno centro, allargale, è maestoso e solenne e risponde al carattere di profondo misticismo che dalle sue origini, passando per i tempi di mezzo,, serbò, finoal rinascimento la religione cristiana. E, senza avere la grandiosità monumentale di tante altre, o la sfarzosità abbagliante di altre ancora, una chiesa perfettamente intonata al carattere della religione, sia clic la si pensi attraverso allo ferventi idealità del passalo, o che la si segna sotto le più miti sentimentalità moderne. Olire le cose notevoli già accennale, Sant'Ambrogio,fra le laute
curiosità archeologiche, storiche ed aitistiche ohe racchiude, ha noli abside un imporlanto mosaico del secolo IX rispecebianle uno dei migliori momenti dell'arte inosaica bizantina: ha tombe romane, medioevali, lapidi di tutli i tempi, due delle quali anche in ebraica; Ila due porte in legno di cipresso istoriale ad intagli, forse, dol secolo IX, certo vetustissime; ha una moderna stallia di papa l'io IX, iu abili pontificali, stonante in linea d'arte con quanto d'altro in fatto di scollare e d'ornamentazione la basilica racchiude. Fra le curiosità che si trovano in Sant'Ambrogio è il famoso serpente di bronzo intorno al quale tante volte si è sbizzarrita la leggenda e la fantasia popolare. Questo serpente, che poggia sopra una colonna d'antico granilo dell Elisa, Sembra dati, secondo le ultime indagini — sapientemente esposte da Carlo Roniussi nella mirabile sua opera IUlano ed i suoi monumenti — dal tempo di Sant'Ambrogio, ed b. simbolo aulico del Cristo. Nel medio evo, specie dopo il mille, si