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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   82 l'aite Seconda — Atta Italia
   nel lombardo antico ed in un gotico raffinato dalle eleganze decorative del rinascimento. Egli ini nuigiiia, per il Duomo, una facciata in islile romano ch e la più grande stonatura che si possa immaginare col rimanente dell'edilìzio, nel quale, trattatilo era continuata la sovrapposizione delle guglie, delle statue, delle edicole e degli ornati gotici.
   Martino l'assi da Scregno, si oppone — appellandosi al Vasari, al Palladio, al Viguola — al progetto del Pellegrini, contro il quale stampò in Brescia (1572) 1111 vivace opuscolo; ma, nel 1616, il cardinale Federigo, volendo riattivare i progetti già formulati dal cugino Carlo, rirbiamò dalla famiglia del Pellegrini i disegni da questi preparali e ne affidò la esecuzione al Mangone, cui smecielle il Buzzi, che, al già fatto, innesto di nuiAo la maniera gotica, tal che si vedono, sopra le strane cariatidi barocche, elevarsi le go-lielie lesene, dividenti l una navata dall'allra, fra le quali si aprono le belle, ma non adalle porte disegnate dal Kieliino e dal Cerano e quella di mezzo dal Vismara (fig. 12).
   La peste penine volle, od altre pubbliche calamità troncano di nuovo i lavori, che si riprendono a sbalzi, dal 168:2 in poi, limile dal 1760 al 176 > 1 architetto Francesco Croce progetta ed innalza sulla cupola la guglia maggiore, che tanto cara, conie^inlesi del loro gran monumento, è ai Milanesi del nostro lempo.
   Uopo questo slancio, nuova sosia giustificata in parte dagli avvenimenti straordinari che nel campo politico e sociale accompagnarono la line del secolo XV111. In un moincnlodi calma, quando .Napoleone I cinta la duplice corona, di imperatore a Parigi e di re ni Milano, era giunto all'apogeo della potenza» ordinò fosse e pronlanieiile eseguila, o, meglio, compiuta la facciala del Duomo. Ali uopo ordinò la liquidazione del patrimonio dell'opera, che produsse un milione e mezzo di lire; e ne promise per conto dello Sialo, sul fonilo del culto cinque, che diventarono poi due. 11 Pollnk, architetto allora di gran grido, fu incaricato del lavoro, ed ideò quell'armatura meravigliosa, clic dai contemporanei fu considerata un monumento del genere: ina come gli ordini di Napoleone erano perenloii, solleciti e limitanti la spesa, cosi il Pollali e l'Amati clic lo coadiuvava e gli succedette poscia, nel 1811, quando quegli inori, dovettero rifriggere i disegui vecchi del Buzzi, conalcinii piò recenti di Franco Soave, usare parsimonia nelle decorazioni, utilizzare il già fallo; onde uè trassero quel complesso affrettato, economici), disarmonico con tutto il riiminente (lell'edifizio elle ora tediami e che si senle per vóto di lie generazioni il bisogno dì miliare, e clic si muterà certamente, se negli Italiani non viene meno il cullo per il bello, e nei Milanesi, l'alletto tradizionale per il loro massimo nioiui-inenlo: il iiioinimeiilo riassuntivo della fede, dulia
   gloria, della ricchezza, dell'arte, di tutto un grande periodo della storia della loro città.
   Già pei la nuota lacciaia del Duomo, fu indetto negli anni 1887-88 un concorso hi dspi>io grado, del quale restò vincitore un giovane architetto milanese, vera speranza dell'arte, il Brentano, rapilo da morte quasi fulminea ali indomani del trionfo. Senza dire che il progetto del Brentano (fig. 7) sia l'ideata delle soluzioni pei una facciata del Duomo, ariiiunìzzaiite col rimanente delti fabbrica, è certo opera d'arte ragguardevole clic si accosta più d'ogni altra a quel desideialum che è nella inente e nel sentimento degli artisti, e che forse potrà raggiungerlo totalmente con qualche studiala modificazione, ove dal genio di un artista dell'avvenire non esca d'un tratto l'opera completa e perfetta, come Minerva armala usci dal capo dell'Olimpio.
   Tale, a tratti rapidi la storia del Duomo, uno fra i più mirabili iiioiiumenli non solo d'Italia, ina della cristianità. Veniamo ora alla iconografia dei particolari.
   Le proporzioni metriche del Duomo di Milano sono le seguenti :
   Lunghezza maggiore del Duomo . in. 148.10
   Erroneamente l'indice metallico cli'è nel pavimento della basilica di S. Pietro in Roma attribuisce al Duomo di Milano la lunghezza di palmi 605, cioè . » 135.16 (San Pietro è di ni. 187; Santa Maria del Fiore di ni. 155.67 e Santo Stefano di Vienna m. 102.73).
   Larghezza del manico ...» 70.00 LÌ. compreso lo sfondo delle braccia » 87.80 Larghezza delle navi iniiioii da base a
   base dei piloni......» 6.22
   La navata maggiore è il doppio delle minori prese da cenlru a centro dei
   piloni, cioè.......» 111.14
   Altezza delle navi minori dal pavimento
   al colico delhi vòlta .... » 23.72 Altezza delle na\i mezzane ...» 30.12 » della maggiore .... » 46.80 » della cupola, dal pavimento alla impostatura della lanterna - » 64.25 Statue da questa impostatura al belvedere 27.37 » della cuspide piena ...» 12.50 » e piedestallo . .... d 4.18 Totale altezza dal piano del pavimento
   al capo della Madonnina ...» 108.58 Altri particolari : Guglie di diverse altezze e forme in tre
   ordini . . . n, 102
   Gugliotti piantali sui quadro piloni della
   cupola.........» i
   Arcuili doppi» nel 1° e nel 2 ordine . » 52 Scale copertoi ibi un ordine al l'altro ed al
   primo pianerottolo della guglia . » 20 Id. a chiocciola per calare ai piani inferiori » 4 Campale di pavim. dì marmo ai tre ordini » 92