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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Seconda — Alta Italia
   di fronte a queste mantenendo vivo il fuoco della rivoluzione potò affermare, insieme a Roma, il diritto italico; se potè colla rivoluzioni vescovili1, dopo il Mille, mettersi alla testa dot movimento rinnovatore d'Italia contro la feudalità: il movimento che condusse allóra dei Comuni e delle repubbliche:: l'era più radiosa di gloria che dalla caduta di Roma in poi ricordi la Storia d'Italia.
   E naturale, che in una città ni mi la Chiesa assunse ima caratteristica sì forte e distinta da aver parte sovente essen/ialc nella storia civile e politica della città stessa e della regione circostante 11011 solo, ma dell Italia superiore, sorgessero monumenti della fede. templi, da giustificare nella esplicazione materiale della forma, la forza riamile del sentimento su cui si fondavano. E così fu ditutti. Milano, fin dai primi tempi del Cristianesimo, e più ancora (piando cessate le persecuzioni questi divenne la religione tollerata, ammessa, generali1 dell' Impero, emulò Roma nell'abbondanza e magnificenza delle sue chiese. E l'eniulazioiie confinilo nel medio evo, anche liei periodi più tristi della città, gnerreggiante colle altre città vicine e lontane dell Italia superiore.
   Il Duomo ì%g„ S-13)„ — Se nel parlare delle chiese mintesi volessimo seguire l'ori]ine cronologico col quale esse sorsero, non dovremmo, sic-conie facciamo, cerlanieiilecoiiniiciare dal 1 Inumo, perché ni linea ili data queste tempio ó fra le diicse cristiane ili Milano una delle più recenti ; però ci dispensa dal seguire, l'online cronologico, la specialità ai Ustica di questo monumento di faina mondiale da un lato; e dati altro, la considerazione, clic, esso, par qnaiilo relativamente recente, ci rappresenta colla qualifica di cattedrale e colli ubicazione, senza soluzione ili sorla, la continuità ilei jm metropolitano ili Milano, dall'anno 5.'j ili Cristo, con Aliatatene, primo vescovo, fino ad oggi ; vale a dire diciotto secoli e mezzo ili storia ecclesiastico-civile, ìinnteri'olla.
   Cattedrale, nell'aulica terminologia sacra, significava la chiesa nella quale teneva cattedra od ufficiava il vescovo col clero da lui diretta melile dipendente. Quale, dove fosse la sede dei primi vescovi milanesi, avanti dell'Edilio di Costantino, non è noto: cerio però, die doveva essere fuori delle mura, poiché, essendo il loro cullo proscritto, i cristiani eressero le loro prime chiese C tennero le loro conventicole fuori delle mura della città. Ma. appena promulgato ì'I'dilto perpetuo di Costammo, le cose cambiarono : chiese sorsero anche nell'interno della città, e nelle sue lettere Sant'Ambrogio parla già dì ima basii ira inlru-Hiuruna nuova: e questa doveva sorgere presso a poco ov'ò attualmente il Duomo. Devastata dai barbari, fu rialzala in tempi migliori e dedicala alla Vergine: ivi funzionava il Capitolo licitili ¦ v erno e perciò della basilica jewale; nella state d Capitolo; Irasferivasi nella vicina chiesa ili Santa Tecla, ch'era anche detta basìlica estiva. A mezzodì della piazza c'era il battistero per i maschi dello di San Giovanili, ed al lato opposto quello di Santo Stefano, per le femmine. Nell'eccidio di Barharossa una parte di queste costruzioni fn demolita, fra cui la magnifica ed alta torre campanaria, clic l'imperatore leuieva di vedere tra-
   imi tarsi in fortezza. Anzi, lina parte della torre rovinò sul tempio, guastandone il tetto e la fianca ta : ma i .Milanesi, rwnrlraiili poen dopo in pa-Iria, lo iieostruiroiio ollremlo all'uopo le donne i loro gioielli, e molli cittadini i loro averi, àzzime Visconti, più lanli, dello spazio die slava intorno alla cattedrale fece mia pia*®! del .Cercalo, roniuiiicantc odia eonligiia piazza della Pescheria; e Pietro l'igini cittadino benemerito, unì le due piazze col porticato, che. ne serbò il nome lino ai nostri giorni, ne'(piali scomparve per dar posto alla galleria Vittorio Emanuele. Ala a tiian lialeazzo \isronti, in quel nioniento supremo di lla sua fortuna nel quale tenue in pugno le sorti dell Italia superiore e in cui credrtte di essere prossimo alla realizzazione delle sue ambizioni col l'arsi gridar re d'Ilalia, parve quel la cattedrale troppo poca cosa per Milano, la città destinala ad essere la capitale del regno ile' suoi sogni; e dicesi ordinasse il disegno e la costruzione d'una eatlcdrale, clic tulle I altre allora esistenti in Italia e fuori superasse.
   (.In fu !',•nitori' ilei progetto? I ignoto e l'opinione degli eruditi andò per molto leinpo divisa fra Mai io frisone da Campione ed Enrico llarler da (iniiìiul u t'.nninileii, conosciuto in Italia col nome di l'iauiodia. < In in quel torno lavorava alla basilica di San Ciovamii in Monza, l'ero prevalse l'opinione elici ideatoivprimo del Duomo fosse il Campione, e che I llarler o Gainodia che si voglia dire, il cui nome figura fra i primi maestri clic lavorarono all'opera insigne, fosse dal \isconti sentilo egli pure per consìglio e più lardi adibito ai lavori già incominciati
   6 pure incerta la data (lei rominciainento dell'opera. La piccola lapido, inserita nella parete a destra di chi entra nel le ni pio, ha rozzamente incise qne.sli parole:
   EL FKENCIPIO
   Hit. nosio DI
   MILANO FU NEL ANSO
   138S.