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l'arte Seconda — Alta Italia
l'Einita, la Flaminia, il Piceno annonario, la Venezia con l'Istriano Alpi Cozie e le l'etiche. E logico supporre che la sede vescovili- primamente stabilitasi in .Milano accentrasse tutta la giurisdizione della provìncia, clic per ogni altra cosa d'interesse politico e civile
faceva capo a Milano. Questo fatto è provato da documenti, non apocrifi, dell'epoca, o di quella immediatamente successiva: quali l'aiito-apologia e la lettera di Sant'Atanasio ai solitari della Tebaldo, in cui S. Dionisio, vescovo di Milano, è qualificato nuovo metropolita d'Italia e Milano la metropoli d'Italia; e più tardi, Cassiodoro scriveva elio « Daniaso (papa) a Roma ed Ambrogio a Milano tutta proteggevano l'Esperia ».
Ea Chiesa milanese toccò il suo apogeo sotto il vescovado di Ambrogio, uno fra i più illuminati dottori della Chiesa, uno dei pili zelanti propagatori e riformatori del ( ristiaiicsiiuo. \mbrogio, ili lainiglia romana, nativo di Treveri, in Calila, ove i suoi tenevano carici® pubbliche, era a Milano governatore per 1 imperatore, ed i suoi modi di governo, equi umani, generosi, sì dissimili da quelli degli altri vicari imperiali, gii avevano cattivata l'affezione della popolazione. Morto il vescovo Massenzio, ed essendo forte la disputa fra gli Ariani — setta allora potente e protetta da coloro che dalle sette cristiane ancora speravano in ima ripresa del paganesimo - ed i Cattolici per eleggere il successore, Ambrogio si presentò ai co-inizi, onde impedire che lo dispute avessero da trascendere, siccome minacciavano, in sanguinosi conflitti. Ma, come egli tpparve. fu unanime il grido nella folla: Sii
Fig. S. - Milano: Parte posteriore del Duomo vescovo tu! — C tanta 1 insistenza,
(da fotografia di lìnooi). tanto le supplicazioni voltegli dai
maggiorenti, che egli, sebbene non peranro battezzato, si decise ad accettare; e rinunziato alle cariche, ai beni, s'addossò il mandato di reggere la Chiesa milanese, applicandosi con fervore unico allo studio delle scritture, alla predicazione del Vangelo, alla lotta contro l'Arianesimo che dal-VEditto di Costantino in poi, datato da Milano (312) tollerante tutti i culti, era stato la maggiore afflizione del Cattolicisino. La considerazione grandissima acquistatasi e