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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   '70
   l'arte Seconda — Alta Italia
   impareggiabile leggiadria, una eleganza nuova e gaia di particolari, di trovate, di decorazioni che anche oggidì trascina ad una fervida ammirazione.
   La scuola bramantesca e le l'innovatrici idealità portate nell'arte dal sommo Lio-nardo, avevano preparato l'ambiente ili Milano a cose maggiori se non fosse sopravvenuta, colla caduta del principato milanese, quella serie di vicende disgraziatissime, per le quali il pingue boccone guerreggiato tra Spagna e Francia, passando or all'una ed or all'altra a seconda che volgeva la fortuna delle armi, e poi rimasto definitivamente a Spagna, perdette la propria indipendenza. Fu quasi un secolo totalmente perduto per l'arte a Milano : e proprio il secolo nel quale a Venezia, a Firenze, a Roma, altrove, lavorarono gli artisti meravigliosi cosidetti del Cinquecento. Nella storia dell'arte architettonica in Milano questo periodo segna una lacinia, poiché non si hanno saggi della transizione dell'arte bramantesca col classicismo rinnovato coi sistemi del Palladio, del Vignala e loro continuatori; ma si va d'un sol tratto, dalle manifestazioni bramantesche ai prodotti dell'arte barocca — ad instradare la quale avevano, negli ultimi loro anni, lavorato lo stesso divin Michelangiolo ed il Perniili.
   Dall'arte rinascente del Bramante e suoi continuatori, Milano passa al barocco, dopo quasi 1111 secolo di inattività architettonica, quando il fervore di San Carlo Borromeo e quello meno ascetico, ma più inteso al miglioramento positivo della società, del cardinal Federigo, richiamarono in Milano un nuovo soffio d'arte, sacra nella maggior parte delle sue manifestazioni, ma 11011 senza qualche nota profana. Fu una nuova rifioritura d'artisti che s'applicarono al Duomo ed alla erezione delle nuove chiese desiderate dal santo arcivescovo. Così si ebbero ; il Pellegrino a lavorare per il Duomo, creare San Fedele, la rotonda di San Sebastiano, il Santuario di Rho, il cortile dell'Arcivescovado ed altre opere minori; il Meda, a creare il Seminario Maggiore; Fabio Mungono, ad erigere la Biblioteca Ambrosiana — istituita dal cardinal Federigo — il Collegio Elvetico, ora Senato, Santa Maria alla Vittoria ed altre minori; Galeazzo Alessi, che lasciò l'impronta del suo genio singolare, del suo gusto raffinatissimo nel Palazzo Marino — il più grandioso dei palazzi milanesi, isolato da ogni Iato come una fortezza, e come 1 celebri palazzi di questo artista a Genova — la facciata della Madonna di San Celso; d Seregni, imitatore dell'Alessi, coi fabbricati che attorniano piazza Mercanti; ed il Bichini, che portò in Milano il barocco alla sua più alta espressione, col palazzo di Brera, 1111 vero modello del genere: i palazzi 1)urini, Arnioni e Litta (all'interno), le chiese di Santa Maria alla Porta, di San Vittore al Teatro ed altre minori opere rivelanti la fantasia e grandiosità dei concepimenti di questo artista che mantenne il barocco nella dignità d'una vera formula d'arte, non deturpandolo, come fecero molti che vennero dopo nelle grottesche ridicolaggini del rococò, di cui si ha 1111 saggio nel San Francesco da Paola, dovuto al Bianchi. Poi, cessata la foga delle costruzioni in quel mezzo secolo, che si può dire dei Porroniei, c'è una nuova sosta, una nuova lacuna nell'architettura milanese; la guerra di successione, che hai suoi riflessi anche in Italia, toglie gli animi dalle arti e fiscaleggia sulle borse dei contribuenti ai quali gli Spagnuoli danno le ultime smunte. La ripresa artistica non si avvera se non dopo la metà del secolo XVIII coi governi miti e per allora illuminali di Maria Teresa e di Giuseppe II d'Austria: il ducato, la Lombardia e Milano, innanzitutto, rifioriscono. L'arciduca Ferdinando, che per l'imperatore teneva la sua Corte in Milano, fa chiamare il Vanvitelli, che, impegnato nelle grandiose costruzioni di Caserta e di Napoli, manda il Pieriiiarini, folignese, suo discepolo. E adorasi hanno in Milano, la Scala, il rinnovamento del palazzo dì Corte, la Canoiibiana. il palazzo Pel-gioioso, la villa Realea Monza; e contemporaneamente al Piermarini lavorava il Pollack alla erezione della villa Belgioioso, che diventò poi villa Reale, ai palazzi Serbelloni, Mellerio, Pertusati; facendo entrambi, insieme allo Zanoia, nell'Accademia ili Pelle Arti, buona scuola, donde vomitili l'Antolini, il Gagnola, il Canonica : che, dalla line