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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Milano
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   del Duomo e della Certosa di Pavia; le porte della città, alla cerchia che fu poi abbattuta da Barbarossa e delle quali rimangono ancora esempi nei portoni od archi di porta Nuova ed in quella di porta Ticinese, al ponte dei Fabbri.
   In questo periodo, per merito speciale di quella corporazione d'artefici architettori che fu detta dei Maestri Comaciiii —- perchè il maggior numero di questi pare venisse dalle valli comasche e da Campione specialmente, ove si estraevano e lavoravano marmi ed arenarie da costruzione — si esplica singolarmente quello stile tipico, che ebbe per carattere essenziale le colonne poligone od a fascio, da cui si staccavano cordonate a disegnare i contorni delle volte e delle arcate, i capitelli finamente scolpiti ed ornati di figure più o meno simboliche e sovente da bizzarrie boccaccesche, le finestre bipartite, le gallerie a lunga sequenza di archetti; i grandi rosoni o finestre circolari nel mezzo delle facciate; quello stile infine, che fu, e giustamente, detto lombardo, facilmente riconoscibile anche dai meno esercitati, e dal quale il gotico dei secoli successivi, ali infuori dell'ogiva, trasse i migliori dei suoi elementi ornamentali, prende nuovo e vigoroso impulso.
   Nel periodo successivo a cotesto, che tanta parte ha nella storia dell'arte non solo in Milano, ina in tutta Italia, ed anche fuori, ove si spinsero i maestri Comachn, ha grande espansione l'arte gotica, importata in Italia nella prima metà del secolo XIII, dopo che fiali Italia e dagli edilizi arabo-normanni di Sicilia e dalle opere dei Coma-cini, aveva tratto tanto succo vitale. Di quest'epoca Milano ha tuttavia la chiesa di San Marco, quelle del Carmine, delllncoronata — a porta Garibaldi — i campanili di San Gottardo e ili Sant'Fustorgio, e fra i monumenti civili, il Broletto o loggia dei Mercanti col magnifico salone soprastante or dell'Archivio notarile; la loggia degli Osii nella attigua piazzetta : e pin tardi, quasi a formare la sintesi «li tutto un secolo di grandezza, di splendore, il Duomo, massimo dei suoi edifizi sacri ; il Castello, massimo fra i monumenti d'architettura militare; l'Ospedale Maggiore, massimo fra i monumenti della civile pietà. In questo periodo gli artefici che lavorarono nei monumenti cittadini cominciarono a perdere l'anonimo o quel carattere di collettività serbato dagli artefici dei secoli passati, e già si trovano ì nomi di molti artisti della famiglia Da Campione; di altri, probabilmente oriundi veneti, di famiglia Da Orsenigo; vi sono poi gli Spazii, il Balduino, l'Amadeo, l'Averlino detto Filarete, che lavorò all'Ospedale ed al Castello, e Filippino da Modena che lavorò ai capitelli ed ai finestroni del Duomo; Michelozzo da Pisa, nella cappella di San Pietro a Sant Fnstorgio : artisti tutti che avviano l'arte ai preludi! del Jìiuascimento.
   Il quale qui trova, sullo scorcio del secolo XV, larga espansione nella scuola che Donato Francesco Lazzari, detto il Bramante, vi fonda sotto gli auspici di Lodovico il Moro, e dalla quale escono il Dolcebuono, il Solavo, il Oesariano, il Battaglia, il Bambaia, il Su ardi detto B ramanti no, il Foppa detto Ca rad osso, il Formentone, e tanti altri che illustrarono di opere egregie il loro nome, l'arte, la patria: scuola, nella quale furono concepiti quei mirabili monumenti che sono la cupola, il coro e la sagristia delle Grazie; il chiostro di Sant'Ambrogio: l'atrio e la chiesa della Madonna presso San Celso; il monastero Maggiore; la cupola della Passione; la sagristia di San Satiro ; il Lazzaretto; alcuni palazzi e case private : il Santuario di Saronno, l'Incoronata a Lodi ed altre chiese nei paesi dei dintorni, nonché monumenti sepolcrali che sono dei più belli del tempo e di valore storico-artistico inestimabile.
   L'arte bramantesca assunse in Lombardia, o per meglio dire a Milano, un'impronta diremmo quasi personale, che la fa distinguere dalle altre espressioni artistiche anteriori, collaterali od immediatamente posteriori. Essa trae profitto dalle tre forinole d'arte allora conosciute: 1 antica o classica, la lombarda, la gotica; e senza ricusare nessuno dei fattori che da queste tre forinole le potevano venire, li sa fondere, innestare fra di loro e trarne un nuovo armonico complesso la cui caratteristica e una