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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   08
   l'aite Seconda — Atta Italia
   Ma quel momento nel quale Milano assurgeva ad altezza di metropoli dell'Italia settentrionale, ed ni essa prendevano volentieri stanza gli imperatori, e dove cittadini abbastanza ricchi per comperare dai pretoriani la dignità imperiale, era anche il momento della precipitante civiltà latina; era il momento di una generale trasformazione o rivoluzione filosofico-sociale. Le are ed i templi delle divinità pagane erano abbandonate e sostituiti — dopo l'editto famoso ili Costantino, datato appunto da Milano — dalle basiliche, dalle chiese della nuova religione, la Cristiana. E per questo forse che mancano a Milano gli avanzi di grandiosi templi pagani, come se ne trovano in tante altre città d'Italia e di fuori; mentre invece si hanno in numero cospicuo — fra i primi — i monumenti del Cristianesimo: le basiliche o chiese cristiane erette in Milano tra il terze ed il quarto secolo, tra le quali vanno ricordate le basiliche dei Santi Naborre e Felice, degli Apostoli o dì San Nazzaro Maggiore, la I'orziana o di San Vittore al Corpo, la Fausta, aggregata a Sant'Ambrogio, e quelle di San Sempliciano, di San Lorenzo, del Santo Sepolcro, dei Martin o di Sant'Ambrogio — ancora oggi uno dei più cospicui, insigni monumenti dell'arte cristiana, non solo di Milano, ma d'Italia tutta. Nell'architettura di cotesto chiese primitive c'è tutta la sintesi morale ed artistica del tempo, in aperto contrasto colla morale e l'arte del luminoso periodo precedente. In queste costruzioni, che pur s'impongono col loro simbolismo, 11011 si hanno a ricercare slanci di eleganza, grandiosità di proporzioni. Tutto si restringe, si concentra, si semplifica, si simbolizza. Dell'antica arte pagana non si hanno, e non si vogliono aver reminiscenze, se 11011 per ciò che sono elemento, canoni fonila mentili i nell'arte del costruire. Il resto lo si sfugge, lo si evita come affetto da Ine impura, quasi se ne temesse una contaminazione vergognosa e peccaminosa. Alla eleganza dei colonnati, dei peristilii, dei propilei, fra cui si consumavano 1 riti pagani, si sostituiscono le tozze pilastrate; al cielo aperto degli ipetri si sostituirono le arcate spaziose, ma opprimenti; i capitelli corinzi e ionici, finamente scolpiti di acanti e dì volute eleganti, furono surrogati da blocchi di pietra poco più che squadrati ed adorni di sculture rozzissime, simbolizzanti qualche apof-tegina della nuova fede; alla luminosità del cielo scoperto, del sole che da ogni parte pioveva nel tempio pagano! venne preferita la mistica penombra lasciata dai fiiiestroni, velati da tende e da drappi; sole decorazioni concesse, i mosaici nell'abside, nel santuario, nell'ambone, nella tribuna, ove anche si sfoggiavano marmi e pietre colorate, tolte per lo più ad altri edilìzi preesistenti e dal nuovo fervore religioso delle genti fatti abbattere.
   Gli eccidi di Attila e di Uraja e la cura posta dai Longobardi nel periodo della loro dominazione ad innalzare Pavia e Monza deprimono talmente Milano, che sembra quasi destinata a 11011 più risollevarsi. Nonché adornarsi di monumenti nuovi la città, in questo periodo disgraziatissimo sente 0 vede deturpati taluni di quelli che ancor conservava dei tempi migliori; ond'è che mentre per Pavia, per Brescia, per Monza la storia architettonica di questo periodo è attiva, per Milano è all'incontro affatto negativa.
   11 risollevaniento di Milano, per merito, è d'uopo riconoscerlo, dei suoi metropoliti, comincia tra il secolo Vili ed il IN, accentuandosi maggiormente in questo e nel susseguente. Di tale periodo si additano alcune parti della basilica di Sant'Eustorgio, le facciate delle soppresse chiese di San Giovanni in Conca, di San Celso e la vecchia cappella nella basilica di San Satiro.
   Sono poi opera del glorioso Ansperto la tribuna, il coro e l'atrio di Sant'Ambrogio — quell'atrio, che pervenuto fino a noi quasi senza deturpazioni successive, è uno dei più importanti pezzi architettonici che di quel tempo si conoscano.
   Ben maggiore risalto prende l'architettura milanese nel secolo NI e nel XII: ne sono testimoni, sacri e profani: la basilica di Chiaravalle, a tre miglia fuori di porta Romana, colla sua torre piramidale nella cupola, preludente ai 11011 lontani ardimenti