Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Milano', Gustavo Strafforello

   

Pagina (78/548)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (78/548)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Milano
   f>7
   assedio. A don Ferrante Gonzaga spettò di condurre ad esecuzione il piano già ventilato, d quale, sebbene dovesse servire a guarentire al re Cattolico il possesso del ducato di Milano, fu fatto eseguire a tutte spese della città di Milano, alla quale, por l'occasione, vennero rincruditi tutti i balzelli. La pi nna pietra fn benedetta in Duomo, e con grande solennità portata dalla chiesa di San Dionigi, esistente ov'è ora il giardino pubblico; ivi dal governatore don Ferrante fu deposta nel solco previamente scavato dal vicario arcivescovile. 1 lavori furono condotti con grande alacrità; ma a quanto sembra non colla voluta solidità e bontà di materiale per parte degli appaltatori, i quali narra la cronaca maligna del tempo — onde il governatore tenesse gli occhi ben chiusi sul prezzo dell'opera e sul modo col quale fu condotta, gli eressero e donarono una villa nella campagna vicina, affinchè potesse andarvi a riposarsi e ricrearsi dalle gravi cure dello Stato. Quella villa fu poi la Simonetta, famosa per la sua eco straordinaria.
   Compiuta, per quanto grandiosa, l'opera si riconobbe più mutile che mai, poiché una città come Milano non era da prendersi o da difendersi con un blocco. Si pensò più tardi di ridurre l'inutile bastione ad un modesto, ma più utile ufficio nella vita cittadina, che 11011 fossero le imprese belligere paventate dagli Spaglinoli, tanto più che questi sul principio del secolo scorso se n'erano andati. Intorno al 1750 fu atterrato, spianato e ridotto a pubblica passeggiata il tratto di bastione che va da porta Venezia a porta Nuova; e più tardi, poco per volta, gli altri tratti, che oggi formano una lunga, ombrosa, aggradevole passeggiata, tutt'iutorno alla città, cui da certi punti si domina benissimo. Le mura spaglinole formano ancora oggi la cinta daziaria del Comune chiuso.
   Lo sviluppo progressivo di Milano, computato sul circuito delle sue mura, sarebbe avvenuto in queste proporzioni.
   Le mura restaurale eil aggiunte dall'imperatore Massimiano Erculeo nell'anno 295 di 0.
   chiudevano una superficie approssimativa di . ..........mq. 1,020,661
   Le mura aggiunte nell'879 dall'arcivescovo Ansperto, aggiunsero all'area primitiva . » 42,212 11 terraggio del 1158 e le mura rettificate da Azzone accrebbero la superfìcie interna di
   Milano di................... . . » 1,301,041
   Le mura spagnuole del 1556 aggiunsero................» 5,812,475
   111 tutto . . mq. 8,182,3S9
   Nel processo di queste trasformazioni anche l'architettura generale della città dovette di volta in volta assumere caratteristiche speciali, di taluna delle quali sopravvissero fino a noi i ricordi.
   Se ne eccettuiamo alcuni vasi fìttili, qualche arma od ornamento ili bronzo, rinvenuti negli scavi del sottosuolo, mancano addirittura gli elementi per giudicare delle condizioni dell'arte milanese nei tempi insubrici, etruschi e della Gallia Cisalpina, avanti la conquista romana, e dell'architettura, che dell'arte è l'espressione più durevole ed evidente in ogni civiltà.
   1 monumenti più antichi che Milano conservi a documentare la sua storia architettonica datano dalla dominazione romana; rari ed informi blocchi di muraglie, avanzi dell'antica prima cerchia romana; monumenti di maggior entità ned periodo dell'Impero, da quando cioè la Gallia Cisalpina compresa nelle Provincie dell'Italia civile ed insignita della cittadinanza romana cominciò a trovare in Milano la propria metropoli. Ausonio poeta, decadente, del quarto secolo, nel suo elogio ili Milano, narrò che quivi erano tutti gli ajji, le grandezze dima metropoli, che solo con Roma sarebbesi potuta paragonare; quivi erano un circo, teatri, templi, una zecca, palazzi imperiali e patrizi, ibi sontuoso bagno dedicato all'imperatore Massimiano Erculeo, preceduto da un grandioso e marmoreo peristilio. Sono di questo periodo e di questo monumento, celebrato da Ausonio, le colonne di San Lorenzo già ricordate.