'75 l'arte Seconda — Alta Italia
più arrotondando, mentre all'interno si arricchisce di superbi monumenti, che la fanno gareggiare se non con Roma, certo con tutte le città dell' Italia superiore, la fastosa Aqmleja compresa, sì che qualcuno non si peritò poscia di chiamarla la Roma dell'Oriente. Di cotesto periodo invero luminoso nella storia di Milano si hanno ancor oggi visibìli ed importanti monumenti e tradizioni sempre vive nella lingua parlata della città, nella denominazione e configurazione ili alcune sue vie e località. Così, è n'inasta fino ai nostri giorni una porta del giro delle mura del Seveso, porta Giovia, che è l'attuale portone ad arco, che da San Giovanni sud Muro conduce al vi coletto omonimo. Il teatro romano fu inaugurato, secondo ogni probabilità, nel 107 (èra volgare) da Lucio Vero, collega di Marco Aurelio nell'impero ; se ne scopersero gli avanzi nel 1875, ma della località in cui esso trovavasi era rimasta tradì/,ione nel popolo, che anche ne' tempi bassi denominò la chiesa sorta in una parte dell'area occupata dal teatro, col nome di San Vittore ed Teatro. La configurazione dell'area di quel teatro è ancora oggidì data dalla via, piazzetta e vicolo di Santa Maria Falconila, dal susseguente tratto della via San Vittore al Teatro, e da parte del vicolo e della via di Santa Maria alla Porta. Scavando nella località, si rinvennero sotto varie case avanzi di colonne d'un portico, che vuoisi sia quello dai Milanesi dedicato a Lucio Vero.
Non molto lungi dal teatro era il Circo, l'ubicazione del quale, desunta dalle lettere di Sant'Ambrogio e da altri documenti, è anche indicata siitncientementc dalla via e vicolo Prisa, da parte della via Corani e da un passaggio interno che riesce alla prima casa di detto vicolo.
L'acquedotto dedicato nel 140 da Antonino Pio ali imperatore Adriano, suo padre adottivo, non deve essere altro che l'Olona incanalata e condotta in città per ali montariLo d'acqua gli edilizi. Già quest'opera era stata iniziata da Adriano stesso: questa immissione dell'acqua dellOlona tu città durò tino al 1026, nel qnal anno il corso del fiume tìi diretto al laghetto o dai-sena di pòrta Ticinese, ove aveva sfogo il Naviglio Grande. Di questo periodo sembra pure il canale Vettabbia (da vectabìli,s o navigabile) che riuniva l'Olona al Lambro inferiore, confluente al l'o.
Il grandioso edificio romano al quale appartennero le colonne dette di San Lorenzo, che si trovano sul corso di porta Ticinese, dev'essere opera del lì secolo di Cristo, cioè un secolo avanti l'impero di Massimiano Erculeo \ugusto, e più che ad un tempio dovettero servire di pronao a quelle grandiose terme—-cantate da Ausonio nel suo elogio di Milano al tempo di Massimiano Augusto (a. di C 205) —• dedicate all'Erculeo stesso, e delle quali s'impadronì poco dopo il Cristianesimo pei farne un tempio o chiesa a San Lorenzo, il cui atroce martirio doveva aver impressionato i neofiti; tempio, che ad onta delle ricostruzioni, degli adattamenti successivi, conserva ancora la. primitiva pianta circolare, sulla periferia della quale staccanst le cappella, elio in origine non furono se non le cellette dei tepidarii. Oggi le colonne di San Lorenzo, iiinerite e corrose dal tempo, deturpate nelle scanalature e nelle modanature degli zoccoli e dei capitelli dalla barbarie umana, soli pur sempre un cospicuo monumento dell'era romana, il maggiore au/i, clic Milano conservi della sua romanità (tìg. 4).
Narra Aurelio Vittore, che l'imperatore Massimiano Erculeo volendo comprendere il suo palazzo nella cerchia della città, aggiunse mi nuovo giro di mura a quelle di Adriano: sì che Ausonio potè, dire essere le mura milanesi duplici; questa muraglia dell'Angusto Erculeo era volta ad occidente della città; si attaccava alle mura adriane o del giro del Seveso sotto la [torta Giovia, non lungi dal Circo, press'a poco ov'è ora il quadrivio di via Meravigli, corso Magenta, San Giovanili sul Muro e Santa Maria alla Porta: proseguiva in linea retta per breve tratto, indi piegando a sud tra il Monastero Maggiore e la via Prisa, teneva quella direzione fino a raggiungere le altre mura presso San Vito al Carrobbio. Questa fu l'ultima opera grandiosa compiuta in Milano nel periodo romano e per essa fu compreso nell'interno della città il