Milano
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ebbero la costanza di restare sul luogo e mantenere la integrità della razza, por quattro o cinque secoli, finche una nuova ondata celtica, condotta da Bellovcso, non veime a ricongiungerli per un lungo tramite di vicende al ramo avito; quantunque, ripetiamo, dalla continuità delle tradizioni, dai monumenti trovati, dalle memorie raccolte dagli storici più accreditati dell'antichità sia accertata l'esistenza della Milano gallica, diventata, dopo la discesa di Belloveso ed il risollevainento degli antichi Insubri, la capitale della Gallia Cisalpina, tuttavia la iconografia positiva della città di Milano non comincia se non colla conquista romana, dal 197 al 101 av. C. In quell'epoca distrutta c-molto probabilmente incendiata, constando per lo più di capanne di paglia o di canne intonacate di argilla — la città dei Galli, che aveva per maggiore difesa il petto dei suoi abitatori, ed una siepe di biancospino, pianta cara e sacra a quelle genti, i Romani, per raffermarsi nella regione di cui quella era il centro ed il punto ili congiunzione delle strade, dovettero stabilirvi, siccome usavano nei paesi di conquista, un campo alla loij guisa: di forma quadrata o quadrilatera, munito di spalti, circondato da una fossa, che il terreno acquitrinoso o i corsi d'acqua non lontani dovevano facilmente alimentare. Di queste primissime opere romane sul suolo milanese si ebbero vestigia nelle sostruzioni per la sistemazione delle Iantamm o scoli antichi della Scala, del Marino, dell'Agnello, del vicolo di S. Martino, che indicherebbero appunto la direzione rettili® a greco della fossa esterna ; nel muro romano da fortezza, messo iu luce presso San Giovanni in Conca nel 1878; negli avanzi di un muro romano di cinta, scoperto in via Torino presso San Satiro, scavandosi nel 1872 il nuovo e grande canale della fognatura; nella strada romana, rinvenuta non lungi da quel muro; nei muragltoiii romani, paralleli, trovati scavando nel 1709 presso Santa Maria Segreta; nell'edilizio a colonne, antichissimo, scoperto nei lavori di piazza del Duomo nel 1870; e nella via romana, scoperta tra le vie del Gallo e delle Galline nel 1879; le quali vestigia delimiterebbero i contorni della primitiva Milano romana e quadrangolare secondo le dotte ricerche fatte nel 18-ìì dal prof. Gentile Pagani ed in seguito da altri distinti storiografi ed archeologi — da piazza della Scala a piazza Beccaria; da questa a San Giovanni in Conca ; da San Giovanni in Conca verso la via Becchetto e Santa Maria Segreta, e di là ili nuovo a piazza della Scala. Il nucleo centrale di quell'antichissima Milano era dunque press?» poco l'attuale piazza del Duomo, ove vuoisi sorgesse pure mi tempio alla gallica dea della guerra — la custode delle immobili o bandiere sacre, che mimo poteva toccare uè lasciar toccare, e che, una volta piantate od inalberate non si potevano rimuovere come quelle intorno alle quali i guerrieri dovevano o vincere o morire — se pure non si \ noi dar fede alla versione di chi sostiene essere i templi celtici e gallici tempre eretti fuori delle città.
II primissimo circuito delle mura non basta a contenere la Mediokmum romana, che, diventata città togata sotto l'avveduto regime della Repubblica Romana, prospera ed ingrossa rapidamente; e si hanno perciò successivi ampliamenti della città ed allargamenti delle sue mura con un principio di arrotondamento nella sua forma geometrica sotto il reggimento dei proconsoli Pompeo Strabene e Pompeo Magno, Giunio Bruto, \siuio Pollione, del dittatore Giulio Cesare, degli imperatori Augusto, Nerone, Nerva e Traiano, vale a dire tra l'ultimo secolo a\ Cristo ed il primo secolo dell'era volgare. Di questi ampliamenti si conservarono traccio nella torre deH'4«E Sicartorum a San rommaso in terra mala ; nelle mura romane scoperte a più riprese in via Meravigli nel 182:1 e nel 1880; nel palazzo imperiale di Traiano coi fabbricati annessi, situato nei paraggi delle attuali vie di San Vite al Carrobbio, Dimetto, Piatti e Torino.
Ma di ben maggiore momento fu l'ingrandimento che Milano ebbe sotto l'imperatore Adriano Augusto, che, tra il 118-120 di C., fondò quivi la Colonia Aelia Augusta Mediolunensis Felix. Con questo ingrandimento segnato da mura, con torri e baluardi seguenti iti gran parte d giro del Seveso, la forimi geometrica della città si va ancora