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Parte Seconda — Alta Italia
d'abbassamento e quello di massima altezza e di parecchi metri e che i fiumi di sortita variano di proporzione, dall'unità all'ottantuplo. L'illustre idrografo Elia Lombar-dini, che si accuratamente ha studiato le acque di Lombardia, valuta il regime del Ticino e dell'Adda, all'uscita dai laghi, nel modo seguente:
FIUMI PORTATI MIMMA CORTAT \ MASSIMA PORTATA MEDIA
in metri pbi in metti cubi In metri culli
Ticino................... 50 4001) 521
Adda.................. 10 817 187
Risulta quindi che dalle magre estreme alle maggiori piene il lago di Como si accresce di circa quattro metri in altezza, espandendosi tutto all'intorno in modo da aumentare di diciotto chilometri quadrati, ossia quasi di ]/7 in superficie. Il Verbano, ancora più irregolare nel suo regime, s'alza talvolta di sette metri al disopra delle massime magre: coprendo allora una superficie d'un quinto maggiore di quella che ha in tempo dì magra. Nel periodo di queste piene minacciose, il Ticino trascina una massa d'acqua di poco inferiore a quella del Nilo nello stato medio: ma questa non è neppur la metà di quella versata da tutti gii affluenti nel grande serbatoio lacustre. Se il lago Maggiore non moderasse quindi lo sfogo delle acque di piena, trattenendole nel suo bacino, le campagne lombarde si troverebbero ad essere alternativamente inondate e private della umidità necessaria.
I laghi alpini hanno dunque la più grande importanza nella economia generale d'Italia. Essi esercitano anche una certa influenza moderatrice sul clima, in causa della uguaglianza relativa di temperatura, mantenuto dalle masse liquide in rapporto alla atmosfera.
Canali.
I canali sono gloria e ricchezza antica della Lombardia, che ue possedeva già nell'epoca pre-romana e nella romana: che nel medioevo fu la prima in Europa a scavarne altri, dandone l'esempio agli Inglesi, ai Fiamminghi, ed altri popoli nordici.
Scopo precipuo dei canali lombardi fu l'irrigazione delle campagne: e nei tempi passati — dei maggiori — anche la navigazione, il traffico, fra la metropoli lombarda, ed i due grossi laghi da essa pressoché equidistanti; il Verbano ed il Lario. Nei tempi nostri, le ferrovie, le più numerose e comode e sicure strade carrettiere, hanno di molto detronizzata quella navigazione per la quale furono scavati ed aperti il Naviglio Grande e quello della Martesana: nondimeno questa navigazione dura tuttavia, e proficuamente per dati traffici, come pel materiale da costruzione, la legna da ardere, le lastre ed 1 blocchi di granito, la soda, la torba, la calce, il carbone ed altre mercanzie consimili. Ma l'irrigazione delle vaste pianure comprese fra un fiume e l'altro, ed i crescenti bisogni della industria manifatturiera, non solo danno ai grandi canali, o navigli lombardi, la loro ragione di esistere, ma ne fanno sentire la necessità d'altri; onde taluno è di recentissima escavazione, altri in via di essere aperti, ed altri ancora in progetto di non lontana attuazione. Peraltro, essendo le ragioni di questi canali intimamente collegate colle regioni nelle quali si sviluppano, così ad evitare inutili ripetizioni, ci limiteremo qua, più che ad 1111 cenno riassuntivo, alla semplice enumerazione dei principali canali da cui è solcata la Lombardia, trascurando i minori, i derivati dai maggiori, i rivi, i fontanili, le roggie, i fossati, che puro hanno, come distributori collegaton, scaricatori, parte importante nella idraulica lombarda e che della ricchezza lombarda sono fattori attivi, non disprezzabili. I)i questi parleremo con più opportunità, in sede, diremo così, naturale, restringendo per ora il nostro compita alle indicazioni d'ordine generale.