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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Porto Maurizio
   333
   piazza Colla. La piazza nuova va ornata da una cascata d'acqua assai alta e bella
   e la piazza vecchia da un ampio porticato sorretto da colonne in pietra bigia
   sormontate da archi a sesto acuto con le vòlte a crociera
   sopra uno dei quali vedesi scolpito l'anno 1600; su codesta piazza adunatasi
   nel secolo scorso
   il Consiglio comunale La parrocchia di San Michele
   di antica costruzione e di stile semi-gotico
   è fiancheggiata da un alto campanile tutto in pietra nera da taglio; fu costruita nel 1450
   è lunga 50 metri e larga 20 ed ha tre navate sorrette da dieci colonne in pietra
   parte rotonde e parte ottangolari. L'ancona dell'aitar maggiore col fondo d'oro a più scompartimenti è ammirevole pel suo disegno.
   A qualche chilometro dall'abitato
   sopra un colle prospiciente sulla marina
   è un santuario dipinto a fresco dal Torelli e con Annunciata del valente Maratta
   pittore romano del 1000. Poco lungi
   verso ovest
   sorge l'antica parrocchiale che credesi edificata nel secolo IX dai Benedettini. Ai quali devesi per avventura in gran parte il diboscamento e la coltivazione della valle che ivi si schiude. Ha la forma di basilica con tre navate e pitture a fresco dei secoli XtV e XV
   ma volge a rovina precipitosa
   come anco la chiesa rurale di San Bernardo con bellissimi freschi di certo frate G. Ranavesio pinerolese
   come attesta un'iscrizione del 15 ottobre 1482. Congregazione di carità
   e legati Orengo e Oddo per dotare zitelle povere. Cereali
   uve
   legumi
   castagne
   canape
   ulive
   le quali ultime costituiscono ii maggior raccolto Vi abbondano pascoli e rilevanti sono i prodotti del vario bestiame.
   Ad un chilometro da Pigna
   da una rupe di schisto calcare scaturiscono abbondanti e con impeto due sorgenti termali. L'acqua è limpida
   con leggiero odore di idrogeno zolforato. Fu analizzata nel 1839 dal prof. Abbene e riconosciuta valevole nella cura della scabbia
   delle eruzioni cutanee erpetiche
   delle affezioni ghiandolari e linfatiche
   del reumatismo cronico
   ecc. Attiguo stabilimento balneario.
   Cenni storici. — La fondazione di Pigna rimonta a tempi assai remoti ed il presente suo nome non sarebbe in latino che un'abbreviazione di Pineta datogli dai Romani i quali avrebbero avuto in codesto borgo una stazione munita di castello con torri distrutto in processo di tempo dalle guerre e dal tempo. L'antichissima parrocchiale di San Tommaso vuoisi sorgesse sull'area di un tempio pagano e ad essa andava annesso un monastero di Benedettini i cui beni furono venduti dal Governo francese. Nel 1400 Pigna era luogo molto cospicuo con circa 6000 abitanti ed un giudice proprio il quale non cessò di esercitarvi d suo ufficio sino a tempi recenti. durante l'occupazione francese fu capoluogo di cantone.
   Durante la guerra che infierì in Piemonte verso la metà del secolo scorso tran-sitaronvi frequentemente i Gallo-Ispani e scontri sanguinosi avvennero sui monti vicini di Tanarda e di Marta; in una pianura detta Pian delle Fosse furono seppelliti molti soldati caduti in battaglia. Pigna fu trattata barbaramente dai Gallo-Ispani e in quel turno t Genovesi saccheggiarono e diedero poi alle fiamme la frazione di Buggio. Nelle guerre della prima repubblica francese i suddetti due monti furono occupati dai Francesi i quali
   capitanati dai generali Massena e Busca
   andavano ad espugnare il forte del vicino Saorgio e vi ebbero combattimenti sanguinosi con gli Austro-Sardi. Pigna come contado appartenne ai Leotardi dai quali passò ai Baralis
   nizzardi. Fece parte per molti anni della contea di Nizza sotto il dominio di Gasa Savoia
   e non ne fu staccata che al principio del secolo.
   Uomini illustri — Pigna si onora di parecchi personaggi degni di memoria
   fra cui i seguenti: Carlo Casanova
   creato arcivescovo nel 1756; l'abate Carlo Fea
   celebre archeologo
   che
   stabilitosi a Roma
   ebbe fama di dottissimo e si acquistò l'amicizia dei più cospicui letterati di quella metropoli; Giuseppe Siccardi
   promosso arcivescovo sul principio del secolo XVII; e G. B. Pianavia Giordano
   intendente generale.
   Coli
   elett
   San Remo — Dioc. Ventimiglia — PJ T.