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l'aite Prima — Alta Italia
poveri del Comune
la quale ultimamente venne accresciuta da un legato di 40
000 lire pel lascito Carenzi ; l'opera pia Viale di Acquetico
fondata nel 1528 per dotare le fanciulle povere; una Congregazione di carità per soccorrere a domicilio gli infermi poveri e un Asilo infantile. Biblioteca comunale legata nel 1814 al Comune dall'avv. Antonio Sortono.
L'industria conta in Pieve fabbriche di acque gassose
di candele
di paste alimentari
di saponi
di basti e selle
ma soprattutto di scarpe di cui si fa un'attiva esportazione. Commercio floridissimo col Piemonte e la Riviera Ligure occidentale di bestie bovine e lanute
di maiali
cereali
castagne
ottimi formaggi
burro
selvaggina
vino
cuoiami
tele
ecc.
Cenni storici. — Pieve di Teco è terra molto antica. Vuoisi che il nome di Teco derivi da Teatatis
divinità che era adorata dai Liguri Ingauni abitanti della valle dell'Arroscia
prima che cadessero sotto il dominio di Roma. Infatti nei tempi di mezzo
Teco chiamavasi Teuti
Dopo d'aver riconosciuta la signoria dei vescovi di Albenga e dei marchesi di Clavesana
nel 138G-87 questo Comune passò sotto il dominio della repubblica di Genova. Nel 142f> Francesco Spinola
pretendendo di essere creditore di 8000 fiorini verso la Repubblica
se ne impossessò unitamente all'intiera valle d'Arroscia e la ritenne fino al 1436
nel qual anno la restituì al Comune di Genova. Il castello di Teco fu distrutto nel secolo XVIII durante le guerre fra Genova ed i duchi di Savoia.
Nel 1794-
volendo i repubblicani francesi penetrare in Piemonte
invasero la valle d'Oneglia e
passando per Pieve
le cagionarono disturbi e danni non lievi. Quattro anni dopo fu occupata per alcun tempo dalle truppe subalpine che le lasciarono pur esse poco grata memoria della loro permanenza.
Verso la metà del maggio del 1799 gli abitanti della valle del Tanaro e di Oneglia
capitanati dal conte Riccardi di Oneglia
ruppero guerra alla repubblica di Genova
assalirono la Pieve e la batterono per tre giorni continui ; ciò indusse i Liguri a chiamare in soccorso un corpo di Francesi dispersi allora pel Genovesato e varii furono i combattimenti che ne seguirono. Nel 1805 Pieve di Teco fu riunii a
col rimanente della Liguria
all'Impero napoleonico; nel 1814 tornò alla repubblica di Genova
e nel 1815 venne
con tutto il Genovesato
aggregata al regno dei Reali di Savoia.
Il vecchio storico Giustiniani
descrivendo più particolarmente ì paesi della Liguria
dice che Pieve di Teco era importante
murata
selciata
munita di forti
che racchiudeva più di 300 case
aveva bei portici ed un florido commercio; e il P. Aurelio Schiaffino
nella Ghronologia urbis Genuae
mette Pieve fra le sedici città della Liguria. Nelle nuove leggi della repubblica di Genova il capitaneato di Pieve
soppresso negli ultimi anni del secolo XVIII e che suddividevasi in tre comarche
era posto fra i primi di quella Repubblica.
Uomini illustri. — Oltre a parecchi personaggi preclari dell'illustre prosapia dei marchesi di Clavesana
signori di Teco e della valle di Arroscia e parecchi vescovi ed ecclesiastici dotti e d'alto affare
Pieve di Teco diede alla repubblica di Genova diversi segretari di Stato
fra i quali un Sertorio
un Borelh e un Gherardi e i diplomatici Defilippi
Manfredi e Franteli]. Segnalaronsi nelle armi Francesco Aicardi e Paolo Andrea Borelli
eletto nel 1785 colonnello dal Senato di Genova
e nel 1800 presidente della municipalità di tutto il cantone di Pieve ove fu considerato qual padre della patria. Fiorirono nelle belle arti: Giulio Benso
pittore rinomato
morto nel 1668
che molto lavorò pei Doria e per la Corte di Vienna; Nicolosio Granello
pittore anch'esso di molta fama
allievo del Semini di cui ammiransi dipinti a Genova e nel palazzo Doria a Pegli e Francesco Sasso
pittore e celebre ritrattista
che venne chiamato da Carlo III alla Corte di Madrid. Fra i moderni Pievesi va