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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Porto Maurizio
   305
   e dei Cappuccini
   passeggio estivo ; piazza Giulio Benso (già d'Armi). La strada provinciale a Poniassio
   Ormea e quindi al Piemonte
   attraversa in tutta la sua lunghezza la Pieve ed è fiancheggiata
   da ambo i lati
   da portici con 53 arcate verso settentrione e 37 nella parto opposta
   e con un numero grandissimo di negozi e botteghe
   principalmente di calzolai. Sopra le due file di portici ergonsi le case
   e il tutto insieme offre allo sguardo un'assai bella contrada.
   L'antica collegiata di Pieve di Teco era un ampio e maestoso edilizio a Ire navate principali d'ordine gotico
   costruito sul disegno dell'architetto Giovanni Profeta di Galderaro e già prima del 1379 ufficiata da canonici; ma
   minacciando poi rovina
   fu distrutta intieramente nel 1792 e nel medesimo luogo fu eretto un magnifico tempio su disegno del celebre architetto Gaetano Cantoni
   quel desso che diede anche quello della famosa chiesa di Porto Maurizio. La collegiata di Pieve
   dedicata a San Giovanni Battista
   matrice di 11 parrocchie
   è d'una sola navata
   e ire archivolti ne sorreggono la cupola che s'eleva maestosa dietro al campanile. Una quantità di colonne con capitello corinzio ne adorna le pareti
   nè sono inferiori per giustezza e pulimento del lavoro i fregi ed i bassorilievi del cornicione che gira attorno. Il Sancta Sanctorum di forma circolare
   costruito a padiglione
   è sorretto da colonne egualmente architettate e fa baldacchino all'aitar maggiore. Moltissimi ornati
   nonché una quantità di pitture
   abbelliscono la cupola e gli archivolti
   autori ne sono il compianto Michele Canzio
   restauratore della Scuola genovese d'ornato
   ed alcuni fra i più lodati suoi discepoli. Il pavimento è formato in marmo bianco e grigio disposto a scacchiere.
   Altri edilìzi sacri degni di menzione sono la chiesa dei Cappuccini
   di proprietà del Comune
   costruita nel 1G06 sotto il titolo di Monastero di San Francesco
   con una statua della Concezione posta nella nicchia sopra l'aitar maggiore
   creduta opera del Garaventa. La chiesa che fu delle Agostiniane
   edificata nel 1644 a spese del cittadino G. M. Ricci
   sorge sulle rovine dell'antico castello dei Glavesana
   ed è pregevole per una bella cupola e per una loggia grandiosa
   del Benso. Diversi Oratorii
   fra cui quello di San Giovanni Battista e di N. S. della Bipa
   decorati di magnifici affreschi.
   Veggonsi ancora nella città i palazzi degli antichi marchesi Glavesana
   dei conti di Ventimiglia
   di quelli di Lengueglia
   il palazzo Gotta
   quello del vescovo De Marini; e gli avanzi di alcune torri antiche furono incorporati nelle case costruite in tempi posteriori. Codesti palazzi
   alcuni dei quali presentano ancora stemmi gentilizii
   dopo che i nobili che li possedevano ebbero venduti i loro feudi alla repubblica di Genova
   furono acquistati da varii Piovesi che ne modificarono la forma.
   Di bei capi d'arte va ornata Pieve di Teco non solo nelle chiese ma anche in varie case private. Nelle prime citeremo i dipinti del Benso
   del Cappellini
   del Bada-racco
   del Piola
   del Sarzana e di vari altri valenti pittori; e nelle case private dei Borelli
   Manfredi
   Savona
   Sertorio
   Carenzi
   ecc. trovansi anche quadri di qualche pregio. Fra le scolture sono da ricordare la statua in marmo della Madonna del Rosario dello Schiaffìni nella parrocchiale ; quelle in legno della Madonna del Carmine.
   dell' Assunta e di San Giovanni Battista
   lavori pregiatissimi del fecondissimo Maraghano
   Qualche buona scoltura rinviensi anche nelle case private ed è notevole un Ecce Homo della famiglia Rossi. Un bellissimo crocefisso del predetto Schiaffino ammirasi nella parrocchiale
   e i crocefissi degli oratorii di San Giovanni Battista e di N. S. della Ripa sono opera del Maragliano. Nella frazione di Aequetico veggonsi due belle statue in legno del genovese Garaventa
   rappresentanti San Giacomo e San Sebastiano.
   Fra gli istituti di beneficenza vi ha l'Ospedale di San Lazzaro
   fondato nel 1402 con una rendita annua di quasi 3000 lire
   pel ricovero e la cura degli ammalati
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