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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   302
   l'aite Prima — Alta Italia
   dei vicini Comuni
   e rovine dell'antico castello con torre e grande cisterna piena di sassi. Olio
   vino
   fruita e ortaggi.
   Cenni storici. — 11 castello di Bestagno
   assai forte un tempo
   ubbidì ai marchesi di Monferrato sino al 1430 in cui se ne impossessarono gli alleati di Amedeo Vili di Savoia ; ma il marchese Gian Giacomo lo ricuperò alla pace
   cinque anni dopo. Fu riedificato da Domenico Doria
   con quello d'Oneglia e di bel nuovo distrutto. L'ebbero in feudo i Della Rovere di Gasale e anche i Gabutti. Dal duca Emanuele Filiberto fu eretto in contado Bestagno con Villa Guardia
   Villa Viani
   Olivastri e altre terre
   investendone il conte Lazzaro Baratta
   presidente del Senato di Piemonte in guiderdone di aver preso
   nel 1576 e insieme al conte Provana di Leynì
   possesso
   a nome del suddetto Duca
   del principato d'Oneglia acquistato dai Doria di Giriè
   come già abbiamo narrato. La discendenza del Baratta si estinse
   nel secolo nostro
   in due donne contesse.
   Coli
   elett. Oneglia — Dioc. Albenga — Pa T. a Pontecìassio.
   Borgo Sant'Agata (503 ab.). — In collo
   sulla sponda destra dell'Impero e a 5 chilometri da Oneglia
   con la frazione Borgo
   la cui parrocchiale è dedicata a San Michele e da cui fu staccata or fa circa cent'anni l'altra di Sant'Agata. L'olio è il prodotto principale.
   Cenni storici. — Fu contado degli Amoretli dei quali fu un Giovanni
   abate di Aborulance in Savoia
   ed un Antonio
   celebre giurisperito e senatore in Torino.
   Coli
   elett. Oneglia — Dioc. Albenga — P1 T. a Oneglia.
   Casìtelveechio di Santa Maria Maggiore (455 ab.). — A 2 chilometri da Oneglia
   composto delle cinque villate : Molini di Gastelveccliio
   Ohveto
   Costarossa
   Barcheto e Costiolo
   sull'Impero arginato
   già valicato per intiero da un ponte in pietra a due archi costruito nel 1773 su disegno dell'ing. Amoretti. A destra del fiume fa parte del Comune il colle di Bardellino o de Calvi
   confinante col Comune di Porto Maurizio. Sopra un promontorio che domina il fiume nel centro delle borgate sorge la parrocchiale di Santa Maria Maggiore
   una delle più antiche della valle di Oneglia
   a cui
   prima del secolo XIV
   erano subordinate quelle di Bestagno e di Gazelli
   e da cui si separò
   nel 1472
   quella di Costa
   e
   sei anni dopo
   quella di Borgo. Non è noto il tempo preciso in cui cominciò ad essere Collegiata col titolo d'insigne; certo è però che
   ingrossando ogni dì più Oneglia sulla spiaggia
   vi fu traslocata nel 1780 per comodo degli abitanti la sede del parroco
   non rimanendo all'antica parrocchia di Gastelveccliio che alcuni diritti d'investitura. Fu essa restaurata nel 1669 e vi si vede una antichissima tavola dell'Annunziata.
   Sullo stesso promontorio era un forte castello (donde il nome del villaggio) che fu demolito dai Saraceni di Frassineto
   e di cui veggonsi gli avanzi in pietra da taglio ; aveva all'intorno parecchie torri e molte case
   e fu questo propriamente il castello che spettò alla vecchia Oneglia.
   Cenni storici. — Chiamavasi nell'evo-medio Castrum Oneliae
   e
   in età più remota
   Malagano
   e dacché fu fabbricata
   verso il 935
   la nuova odierna Oneglia più presso al mare non vi rimanevano che pochi abitanti. Ebbe molto a soffrire dai Piemontesi sotto il comando del conte Biandrate di San Giorgio
   il quale
   dopo averlo stretto di assedio
   se ne impadronì costringendo gli abitanti a giurare ubbidienza e fedeltà al duca Carlo Emanuele 1 di Savoia. L'ebbero quindi in feudo i Doria
   i Roeri di Cortanze e ì Valfredi e passò in seguito
   con Malpertugio
   Barcheto
   Costarossa
   Costigliolo
   Olivelo e Sant'Agata
   al senatore Anton Maria Amoretti
   fratello del precitato Giovanni
   abate di Abondance in Savoia
   che aveva saputo insinuarsi nelle grazie dei potenti nobili piemontesi L'ebbero infine i Taricchi di Gherasco e
   con titolo comitale
   i Novari di Dolceacqua. Nella guerra del 1672 mossa dal duca Carlo