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Parte Pinna — Alta Italia
francese comparve nelle acque d'Oneglia intimandole la rosa ; ma gli abitanti respinsero l'intimazione
impugnarono le anni e
combattendo coll'usato coraggio
costrinsero ! Francesi a dar volta addietro
come già gli Spagnuoli.
Nelle guerre del secolo successivo
Oneglia fu occupata
nel 1744
di bel nuovo dagli Spagnuoli in numero di 5000 ; ma il coraggio delle milizie della valle si riaccese all'appressarsi di una colonna sotto il comando del marchese d'Ormea
e
dopo un ostinato c sanguinoso combattimento
gli Spagnuoli furono costretti ad uscire dalla città abbandonando la maggior parte dello loro robe. Indi a breve il re Carlo Emanuele
accompagnato dal principe Vittorio Amedeo suo figliuolo
e da molti personaggi
giunse ancli'egli in Oneglia ove fu accolto con gioia indescrivibile dagli abitanti.
Ma nuove ed aspre prove li aspettavano. Nel 1792
come prima i repubblicani francesi si furono impadroniti di Nizza
il contrammiraglio Truguet comparve
con 9 vascelli
4 fregate
1 bride e altre navi da trasporto con molte truppe
davanti ad Oneglia
ove non trovavasi che un debole presidio di 3 compagnie del battaglione di marina
sotto il comando del cav. di Castelvecchio. Ei mandò tosto ad intimare la resa il giovane ufficiale De la lloulière
nipote del generale Anselmo ; ma
accostandosi la lancia che lo portava ai bastioni
una scarica di mitraglia l'uccise in un con 12 marinai con aperta violazione delle leggi della guerra. Il Truguet giurò di trarne fiera vendetta
sbarcò il dì seguente
24 ottobre
con molte soldatesche
diede il sacco alla città e vi appiccò il fuoco. La dimane le milizie onegliesi ingrossarono per estinguerlo
ma da tutti i vascelli e dalle scialuppe piovvero sulla città più di 3000 fra bombe e palle le quali ne avrebbero fatto un mucchio di pietre se il mare agitato non avesse impedito ai cannonieri il tirar giusto.
Avendo poi il contrammiraglio appreso che la guarnigione erasi ritirata con le milìzie nella valle
sbarcò di bel nuovo un corpo di 1500 soldati repubblicani che si abbandonarono a tutti i furori di una spietata vendetta; ma
assaliti nuovamente da varie squadre di miliziotti ch'ebbero il coraggio di venire ad affrontare gl'infuriati Francesi
questi pensarono bene di rimbarcarsi e fecero vela il 20
mentre sulle mura dell'arsa città già sventolava la bandiera sabauda. Aveva perciò ben ragione Vincenzo Monti di cantare nella Basvilliana:
Ed Oneglia che ancor combatte e fuma! (1).
Parteggiando quei di Porto Maurizio per la Repubblica francese e gli Onegliesi
sotto il barone Des Geneys e il Cauvin
per Savoia
si venne allo mani sul monte Bardellino. che domina le due città vicine
e i primi rimasero vincitori con la perdita però di alcuni cospicui cittadini e molti feriti
segnatamente per l'esplosione di un magazzino di polveri.
Vedendo per tal guisa deluso il suo divisamento
la Repubblica francese spedì un corpo di truppe a Porto Maurizio
al cui arrivo vi fu inalberata la bandiera ligure ; ma il cav. Malton
comandante di quella città
postosi alla testa di 000 miliziotti
fece dai medesimi strappare quella bandiera e la truppa francese
maravigliando di tanto ardire
si tacque.
Tale si fu il corso degli eventi sino al mese successivo di dicembre in cui la Real Casa fu costretta ad abbandonare i suoi Stati. Tutte le città subalpine avevano
per comando dei repubblicani francesi invasori
rizzato l'albero della libertà
e solo in Oneglia sventolava ancora il regio vessillo ; ma il barone Des Geneys
avvisando inutile e disastrosa una resistenza ulteriore alle forze e alle intimazioni del
(1) Il Lamartine ha narrato per disteso
nella sua bella Histoire des Girondins
quel che abbiam qui accennato.