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Parte Prima — Alta Italia
al figlio Ugone. Morto questi senza prole
divenne
verso il 1150
dominio del marchese Anselmo di Ceva. Caduti i Ceva in bassa fortuna
i Dianesi si sottrassero
mediante un tributo
al loro dominio e si posero sotto la protezione delle repubblica di Genova.
I più volte citati marchesi di Clavesana
discendenti del suddetto Anselmo
tentarono un secolo dopo di recuperare parte dei loro antichi diritti ed ottennero a tal uopo
nel 1310
un diploma di Arrigo VII ; ma codesti diritti si estinsero con la caduta del marchesato.
I Dianesi rimasero fedelissimi a Genova e le resero importanti servigi nelle varie guerre di mare sostenute dalla Repubblica. Anzi
nell'ultima che essa ebbe a sostenere contro i Pisani
la celebre così detta della Meloria
una nave di Diano si segnalò per il valore straordinario della sua ciurma; e il nobile fatto
oltre ad essere stato registrato negli annali di Genova
fu rappresentato in pittura nella gran sala del Governo con una epigrafe assai onorevole; e ancora starebbe a testimonio di sì valorosa impresa se un incendio non avesse
nel secolo scorso
consumato il dipinto.
La Repubblica compensò quel servigio con speciali franchigie
fra cui noteremo la facoltà ai Dianesi di eleggersi il podestà e di farsi i regolamenti di polizia interna.
Coli
elett. Oneglia — Dioc. Albenga — P2 T. e Str. ferr. Genova-Ventimiglia.
Cervo (954 ab.). — Siede sull'erta ripida del capo Cervo a 3 chilometri da Diano Marina
con a piedi il fiume torrente Cervo accavalciato da due ponti
uno in pietra per la ferrata e l'altro in legno. Vi si sale dalla strada nazionale per mezzo di scalee che tengono le veci di strade e davanti la piazza in pendìo trovasi la parrocchiale elegante e di forma ovale
incominciata nel 1630 su disegno del Malvardi di Bor-gomaro e consecrata nel 1736. È ricchissima di marmi e l'aitar maggiore in ispecie è tutto di pietra dura finemente ornato di verde antico. Il fresco grandioso del coro è opera di Francesco Carrega da Porto Maurizio e del celebre Maragliano il gigantesco Crocefisso in legno
inalberato fra le belle colonne dell'altare. Proporzionata alla magnificenza di questa chiesa
edificata colle oblazioni degli abitanti
già solerti e doviziosi pescatori di corallo
è la sua sacrestia situata a est. Non sorgono in Cervo veri palazzi
sibbene vaste
agiate e belle case con amenissimi giardini. Piccolo ospedale. Frammezzo al Cervo e Diano Marina sorge il santuario veneralo della Madonna della Rovere ove si fa il 2 febbraio una fiera frequentata. Vino di ottime qualità
agrumi
frutta saporite e olio squisito di cui si fa
e si faceva più ancora in addietro
commercio attivo. Al Cervo incominciasi ad osservare la differenza notabile fra le varietà dell'ulivo che a levante sono in gran parte Colombara e Martina e dàimo olii mediocri
laddove a ponente giganteggia sino al Varo la Taggiasca che dà olio sopraffino e non inferiore a quello di Toscana sì rinomato.
Cenni storici. — Vuoisi sia d'origine antica assai. Fu ceduto alla repubblica di Genova
nell'anno 1340
dal marchese Del Garretto che dai Genovesi era stato fatto prigioniero. Nel 1345
fu occupato da Antonio Doria marchese di Finale. Nel 1525 fu saccheggiato dalle truppe piemontesi. Uno scoscendimento di terreno
nel 6 dicembre 1801
vi arrecò gravi danni. Narrasi che
per compiere la facciata della suddetta chiesa
tutta la valida popolazione maschile (150 circa) di Cervo partì per la pesca del corallo
ma non tornò più e non se n'ebbe mai più nuova e neppure del luogo ove si pescava il corallo.
Uomini illustri. — Nacquero in Cervo
oltre parecchi dotti sacerdoti
un Mulledo
valente astronomo e matematico
uno dei pochi chiamati a fondare il Sistema metrico decimale; uno Spiaggia
altro cultore delle scienze esatte applicate alla nautica
e quell'Ambrogio Viale che
sotto il pseudonimo di Solitario delle Alpi
tradusse l'Eneide e pubblicò liriche
lodate dal Denina e terze rime con asprezza dantesca.