Portol Maurizio
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La giurisdizione feudale dei conti di Ventimiglia su Porto Maurizio passò quindi ai marchesi di Glavesana
pretendenti all'eredità della precitata contessa Adelaide
i quali venderono Porto Maurizio
Diano e Dolcedo alla repubblica di Genova per 250 lire annue. Giù non di manco Porto Maurizio era una delle sei città della Riviera occidentale cosidette convenzionate
vale a dire
non rigorosamente suddite di Genova. Quelle convenzioni furono più volte rinnovate e l'unione di Porto Maurizio con Genova durò sino al termine della Repubblica ligure con tutto che nascessero di tempo in tempo mali umori fra i due Comuni e si venisse tal fiata alle mani.
In effetto i terrazzani di Porto Maurizio
uniti a quelli delle due valli d'Oneglia e dell'Arroscia
sollevaronsi nel 1235 contro Bonifacio marchese di Clavesana e vescovo di Albenga
il quale invocò l'aiuto dei Genovesi. Il podestà di Genova
che era un Remedio Rusca
mosse
con certo Giovanni Strallera e parecchi reggimenti
contro gli insorti valligiani e li sottomise. Quattro anni dopo insorsero di bel nuovo e furono risottomessi.
Nelle guerre dei duchi Carlo Emanuele I e Carlo Emanuele II di Savoia contro la repubblica di Genova la città di Porto Maurizio fu presa di mira con altre terre della Riviera occidentale; e durante la campagna del 1745 l'esercito gallo-ispano
sotto il comando del marchese di Castellar
s'impadronì
l'I 1 maggio
di Porto Maurizio e di San Remo
i quali furono bombardati dall'ammiraglio Mathews per ordine del Governo inglese sdegnato contro la repubblica di Genova.
Poco prima che i Reali di Savoia fossero costretti ad abbandonare il Piemonte
il maggiore Gauvin mosse da Oneglia ad intimare la resa a Porto Maurizio occupato dai Liguri ed ebbe quindi il comando di molte soldatesche le quali furono appostate sul monte Bardellino che domina le due città e in alcune avvisaglie accadute in quei dintorni i Regii ebbero il disopra; ma la Repubblica francese
che favoriva i moti contro il re di Sardegna
spedì un corpo di truppe in aiuto di Porto Maurizio il quale fu poi riunito nel 1805 alla Francia.
Sotto l'Impero napoleonico divenne capoluogo (con sottoprefettura
tribunali e dogane) di uno dei quattro circondari del dipartimento di Montenotte con gli otto cantoni seguenti: San Stefano
Porto Maurizio
Oneglia
Borgoinaro
Pieve di Teco
Diano
Alassio ed Albenga.
Caduto l'impero e sopraggiunta la restaurazione sabauda
Porto Maurizio fu spogliato di tutte le autorità trasferite nella vicina Oneglia
la quale ne fu privata alla sua volta dopo la cessione della Savoia e di Nizza alla Francia
quando
per opera principalmente del conte Camillo di Cavour
Porto Maurizio veniva proclamato capoluogo della provincia a cui dà il nome •— provincia troppo esigua avuto riguardo alla sua posizione importantissima sulla frontiera verso la Francia e che vuole essere integrata e rafforzata coll'aggiunta dell'attiguo circondario d'Albenga della troppo vasta provincia di Genova
e del mandamento di Tenda.
Uomini illustri. — Porto Maurizio diede in ogni tempo uomini preclari nelle scienze
nelle lettere
nelle arti e per la santità della vita ; e basti fra questi ultimi citare San Leonardo Casanova
scrittore ed oratore sacro eloquentissimo
apostolo della Corsica
ove estirpò gli odii efferati di parte. Per profonda dottrina e virtù specchiata segnalaronsi : Michele De Germanis
vescovo di Mariana; Pietro Ameglio
vescovo di Sinigaglia ; Diodato Bocconi
vescovo d'Aiaccio ; Giovanni Bruno
vescovo d'Andria; Carlo Ferrari
vescovo di Bitonto ; Marco Gandolfi
vescovo di Noli; Gian Francesco Gandolfo
vescovo di Ventimiglia ; Gualtiero Pagliari
gran cancelliere del regno di Sicilia ; Tommasino Pagliari
gran dignitario della corte pontificia; Luca della medesima famiglia
cavaliere di Malta ; il Gandolfi
marchese di Riccal-done
Melasso
Chiusanico e Gazelli ; Francesco Berio
Franco Guai-neri
Domenico Strafforello
senatori della repubblica di Genova e Niccolò Littardi anch'egli dei