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Parte Prima — Alta Italia
La figlia del suddetto marchese Oldorico Manfredi di nome Adelaide
succeduta al padre nel governo della Marca di Torino
imitando l'esempio dei genitori
fondò anch'essa
nel 1064
un nuovo monastero dei Benedettini in Pinerolo dandogli in feudo l'altra metà che ancora le rimaneva del castello e della corte di Porto Maurizio. Il quale si trovò per tal guisa diviso nell'undecimo secolo per una metà fra le monache di San Benedetto e per l'altra fra monaci del medesimo Ordine.
Le prime fondarono un ampio monastero in Porto Maurizio fuori e vicino alle mura del castello (prope et extra muros castri Portus Maurici) con annessa chiesa di Santa Maria
il quale aveva il titolo di Priorato ed era abitalo da un numero di monache (Dominole) dette monache di Santa Maria di Caramagna
dalla badìa principale di quel luogo in Piemonte da cui dipendevano. Codesto monastero acquistò ben presto un'importanza speciale
come quello che estese la sua giurisdizione sui territori di Torrazza e Bolccdo e fu cagione precipua dell'unione di queste due corti con l'altra di Porto Maurizio onde si venne a costituire il Comune medioevale o la repubblica.
I monaci di San Benedetto
che avevano ottenuto l'altra metà del castello e della corte di Porto Maurizio 36 anni dopo
si stettero paghi a fondare un piccolo oratorio in vicinanza del monastero delle monache di Santa Maria di Caramagna e
per mezzo di alcuni di loro inviativi ad abitare
governavano direttamente
dalla loro badìa in Pinerolo
i beni avuti in feudo e ne godevano le rendite senza che l'oratorio di Porto Maurizio abbia mai avuto alcuna autonomia propria. Per questa ragione e perchè ; possedimenti dei monaci di Pinerolo non si estesero mai oltre la metà della coìte avuta in dono dalla contessa Adelaide la loro importanza in Porto Maurizio fu inferiore di gran lunga a quella che vi ebbe il monastero e priorato delle monache di Caramagna (1).
In virtù dell'ordinamento feudale di Carlo Magno la superiora del monastero di Santa Maria di Caramagna in Porto Maurizio e l'abate dei Benedettini di Pinerolo erano i veri e proprìi feudatarii di Porto Maurizio con podestà di spada ed ogni altra più ampia
come di ce vasi ; e le famiglie notabili
fra le altre
gli Aicardi
i Rubandi
i Ferrari
i Della Porta
i Benza
i Magliani
ecc.
si trovavano ad essere vassalli dell'uno o dell'altro monastero secondo la giurisdizione sotto la quale erano poste le loro terre o possessioni
Esposte così le origini di Porto Maurizio proseguiamo a narrarne rapidamente le vicende principali
Nonostante i danni gravissimi cagionati dai Longobardi e dai truci Saraceni di Frassineto a Porto Maurizio
esso si riebbe prestamente acquistando nuova vita e vigorìa a tal che
sul principio del secolo XII
non temè di venire alle prese con la vicina Oneglia per la determinazione dei confini ; gli abitanti chiesero ed ottennero il soccorso dei Genovesi ed impadronironsi d'Oneglia
per poco tempo però
essendosi in breve rappattumate le due popolazioni rivali.
II Comune di Genova
credendo di avere il dominio superiore su Porto Maurizio lo infeudò
nel 1156
in un con altri paesi e castelli
a Guidone Guerra conte di Ven-tirniglia e nel 1166 una galea di Porto Maurizio
sotto il comando di un Aicardi soprannominato Scarincio
combattè
con altre sei genovesi
nelle acque di Vado contro la squadra dei Pisani.
(1) Documenti scoperti Ji recente non lasciano più alcun dubbio circa il luogo ov'erano situati i due monasteri. Sorgevano ambedue sul monte detto della Gallila
ed ora dell'Annunziata: il monastero delle monache di Caramagna con la chiesa di Santa Maria più presso alle mura del castello
iti vicinanza della presente suddescritta via Carlo Alberto; l'oratorio dei monaci di l'inerolo
alquanto più in su
nel luogo preciso ov'è ora l'ex-convento dell'Annunziata.