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Parte Prima — Alta Italia
Ma
sebbene generalmente montuoso
il territorio è coltivato in gran parte. La superficie incolta è relativamente ristrettissima e consiste per la maggior parte in costiere ripide e scoscese nelle quali riuscirebbe difficilissima o non rimunerativa qualunque coltivazione.
La principale è quella dell'ulivo
che occupa approssimativamente una superficie di circa 16
100 ettari nel circondario di Porto Maurizio e una superficie anche maggiore in quello di San Remo. In quest'ultimo una zona
larga da 15 a 20 chilometri non più alta d 500 metri dal livello del mare
circoscrive la vegetazione dell'ulivo la cui migliore specie è quella detta Taggiasca e Prencipe dai Toscani.
Il capo Mele
che tanto si addentra in mare che pare voglia dividere la Liguria occidentale in due parti
è precisamente il punto dì divisione geografico-agronomica che ne separa le qualità degli ulivi e la fabbricazione degli olii. La suddetta Taggiasca produce gli olii più squisiti che vantano Ventimiglia
Bordighera
San Remo
Porto Maurizio
Diano e Cervo. La colombara
la merlino
la pignora
ecc.
che col-tivansi oltre il capo Mele
dànno un olio meno delicato e squisito; ma di ogni specie d'ulivo è costosissima la coltivazione e scarso il raccolto biennale
per le siccità e il baco
il più sovente. Il prodotto in olive ottenutosi nel 1890 è stato calcolato dalla Direzione generale dell'agricoltura in ettolitri 32
184 pel circondario di Porto Maurizio e di 28
932 per quello di San Remo (1).
Dell'olio una parte minima si consuma nella provincia e il rimanente all'interno ed all'estero
I mercati principali sono Diano Marina
Oneglia
San Remo
Bordighera e Ventimiglia e più particolarmente Porto Maurizio
capoluogo della provincia la cui importanza commerciale per gli olii era conosciuta fin dal tempo che il signor di Ghabrol era prefetto del dipartimento di Montenotte sotto il primo jmpero napoleonico.
Dopo la coltivazione dell'ulivo
il cui prodotto costituisce la maggior ricchezza della provincia
viene quella della vite la quale prese in questi ultimi tempi un grande sviluppo ; ma sfortunatamente la comparsa della filossera a Ventimiglia e la sua invasione progressiva nel rimanente della provìncia minacciano la rovina di questo ramo importante della produzione agraria.
Dopo l'ulivo e la vite
gli agrumi
principalmente nel circondario di San Remo
formano il prodotto più importante; mentre quello delle altre colture
cereali
legumi
castagne
ortaggi
foraggi
legna
pascoli
fiori
ecc.
sì possono qualificare di poca importanza. La silvicoltura è trascurata
quantunque discreta sia la quantità dei terreni boschivi composti specialmente di castagni
pini
faggi
abeti e quercie.
Minerali — Poco abbondanti i minerali utili e i marna in questa provincia. Nel Comune di Ventimiglia rinvìensi calce carbonata in cristalli; in quel di Taggia
calce carbonata di color nero; in quel di Triora vi sono indizi di ferro solforato in cristalli cubici nello scisto marnoso. Nei colli di Montalto trovasi ardesia; a San Remo cinque cave di argilla marnosa; tre in vai Viona; ed una a Pigna
una a Borghetto
una a Castellare di Santo Stefano
una a Terzorio e due a Bussana.
A Pornassio e a Mara havvi una qualità di marmo Portoro
simile a quello della Spezia. Nel Comune di Terzorio e di Pompeiana giace una miniera di galena
(1) Bollettino dì notizie agrarie
n° II
1392
pag. 19