Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Genova e Porto Maurizio', Gustavo Strafforello

   

Pagina (284/397)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (284/397)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   284
   Parte Prima — Alta Italia
   Ma
   sebbene generalmente montuoso
   il territorio è coltivato in gran parte. La superficie incolta è relativamente ristrettissima e consiste per la maggior parte in costiere ripide e scoscese nelle quali riuscirebbe difficilissima o non rimunerativa qualunque coltivazione.
   La principale è quella dell'ulivo
   che occupa approssimativamente una superficie di circa 16
   100 ettari nel circondario di Porto Maurizio e una superficie anche maggiore in quello di San Remo. In quest'ultimo una zona
   larga da 15 a 20 chilometri non più alta d 500 metri dal livello del mare
   circoscrive la vegetazione dell'ulivo la cui migliore specie è quella detta Taggiasca e Prencipe dai Toscani.
   Il capo Mele
   che tanto si addentra in mare che pare voglia dividere la Liguria occidentale in due parti
   è precisamente il punto dì divisione geografico-agronomica che ne separa le qualità degli ulivi e la fabbricazione degli olii. La suddetta Taggiasca produce gli olii più squisiti che vantano Ventimiglia
   Bordighera
   San Remo
   Porto Maurizio
   Diano e Cervo. La colombara
   la merlino
   
   la pignora
   ecc.
   che col-tivansi oltre il capo Mele
   dànno un olio meno delicato e squisito; ma di ogni specie d'ulivo è costosissima la coltivazione e scarso il raccolto biennale
   per le siccità e il baco
   il più sovente. Il prodotto in olive ottenutosi nel 1890 è stato calcolato dalla Direzione generale dell'agricoltura in ettolitri 32
   184 pel circondario di Porto Maurizio e di 28
   932 per quello di San Remo (1).
   Dell'olio una parte minima si consuma nella provincia e il rimanente all'interno ed all'estero
   I mercati principali sono Diano Marina
   Oneglia
   San Remo
   Bordighera e Ventimiglia e più particolarmente Porto Maurizio
   capoluogo della provincia la cui importanza commerciale per gli olii era conosciuta fin dal tempo che il signor di Ghabrol era prefetto del dipartimento di Montenotte sotto il primo jmpero napoleonico.
   Dopo la coltivazione dell'ulivo
   il cui prodotto costituisce la maggior ricchezza della provincia
   viene quella della vite la quale prese in questi ultimi tempi un grande sviluppo ; ma sfortunatamente la comparsa della filossera a Ventimiglia e la sua invasione progressiva nel rimanente della provìncia minacciano la rovina di questo ramo importante della produzione agraria.
   Dopo l'ulivo e la vite
   gli agrumi
   principalmente nel circondario di San Remo
   formano il prodotto più importante; mentre quello delle altre colture
   cereali
   legumi
   castagne
   ortaggi
   foraggi
   legna
   pascoli
   fiori
   ecc.
   sì possono qualificare di poca importanza. La silvicoltura è trascurata
   quantunque discreta sia la quantità dei terreni boschivi composti specialmente di castagni
   pini
   faggi
   abeti e quercie.
   Minerali — Poco abbondanti i minerali utili e i marna in questa provincia. Nel Comune di Ventimiglia rinvìensi calce carbonata in cristalli; in quel di Taggia
   calce carbonata di color nero; in quel di Triora vi sono indizi di ferro solforato in cristalli cubici nello scisto marnoso. Nei colli di Montalto trovasi ardesia; a San Remo cinque cave di argilla marnosa; tre in vai Viona; ed una a Pigna
   una a Borghetto
   una a Castellare di Santo Stefano
   una a Terzorio e due a Bussana.
   A Pornassio e a Mara havvi una qualità di marmo Portoro
   simile a quello della Spezia. Nel Comune di Terzorio e di Pompeiana giace una miniera di galena
   (1) Bollettino dì notizie agrarie
   n° II
   1392
   pag. 19