Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Torino', Gustavo Strafforello

   

Pagina (72/605)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (72/605)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Torino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 614

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   G 72
   Parte Prima — Alta Italia
   Il tipo del castello che si cercò riprodurre è il maniero di Fénis, in vai d'Aosta, di 383 anni fa. Esso venne cinto di mura fabbricate con calce e ciottoli. Nelle mura delle torri s'aprono profonde feritoie. Il mastio misura un'altezza di metri 30. La porta del castello, ad archi acuti, è imitata dal castello di Verrès.
   Nell'avvicinarsi al paesello ci si presenta davanti una vetusta torre di difesa, fiancheggiata da vecchi muricci e muri di vecchi edifici in parte rovinati. Nella parete della torre è praticato il portone d'ingresso al paesello. Appena oltrepassato quest'ingresso, abbiamo alla destra l'ospizio dei pellegrini, la bottega del farmacista, la fabbrica di ceramica, la bottega del fabbro-ferraio, del falegname, dello spadaro. Poco distante la torre d'Alba, alla sinistra la torre di difesa, la via al fiume la quale forma un altro ingrosso al paesello dal Po mediante passo con barca, l'oi o oltre un iu-lagliatore in legno, dopo vien la torre d'Avigliana e sul lato sinistro della piazzetta si ha l'osteria.
   Dal lato destro della piazzetta una slradieeiuola mette al Castello medioevale e coll'abbassarsi del ponte levatoio si entra nell'interno cortiletto e da questo, mediante scale e balconate in legno, si passa nelle diverse sale ed ambienti del Castello. Sulle pareli del cortile, olire altri preziosi affreschi di Monferrato, di Saluzzo e della Manta, si ammirano gli stemmi di Casa Savoia, quello ili Amedeo IX e ili .Iolanda, indicato dalle iniziali .1 e ./, dei Chidlant e dei San Martino; fra le pitture è caratteristica la danza dei pazzi e un S. Giorgio a cavallo. Nell'interno delle sale si trovano dipinti le cheraìier crrant, imitazione di quelli del castello della Manta, una leggendaria fontana rappresenta la gioventù.
   Il Castello si compone, al pian terreno, di un salone per gli uomini d'arine, le cucine con annessi forni, lavatoi, dispenso, ecc. Dalla cucina si passa alla siila da pranzo. A sinistra del piano superiore havvi un loggiato che dà adito all'anti-
   sala baronale, da essa si entra nella sala baronale, segue la camera nuziale; succede un piccolo oratorio, la segreteria del castello, indi il grande oratorio, nel quale si ammira un trittico colossale. Tacciamo dei preziosi, svariati e singolari oggetti raccolti nelle sale da pranzo, da letto, nell'armeria, nell'oratorio, nelle cucine, nelle scuderie, nelle carceri, che lasciano al visitatore vive emozioni nel visitare quel leggiadro, fantastico maniero, nel quale l'arte unita alla scienza slorica riuscì a riprodurre in tutti i minuti particolari l'architettura, la scoltura, la pittura, il mobilio dei nostri avi.
   Il Municipio, terminata l'Esposizione, con saggia deliberazione, ne fece acquisto come d'opera monumentale, che rimarrà sempre un'attrattiva pei Torinesi, e per quanti visiteranno la città.
   Mercati pubblici. — Torino, come tutte le grandi città, fece costruire appositi edifizi per la vendita della frutta e della verdura. Degni di essere accennati per l'adatta forma architettonica, sono quello di Borgo Nuovo, in piazza Bodom ; quello di Po, al crocicchio di via Montebello e via della ji Zecca; quello di Dora, sito in piazza Emanuele Filiberto in due edifizi semicircolari. Per la vendita all'ingrosso costruironsi due grandi trabac-cole a levante e a ponente in piazza Emanuele Filiberto. — Il mercato del fieno e della paglia, della legna e carbone ha luogo in piazza Venezia. , — 11 mercato del vino in tre ampie tettoie racchiuse da cancellata all'ingiro, in via Rossini e corso San Maurizio.
   Lavatoi pubblici. — Mentre si sta studiando il mezzo di dotare Torino di case operaie con appositi lavatoi, di stabilimenti di bagni economici, si fabbricarono tre grandi lavatoi; uno di essi, quello di piazza Bodoni, è degnissimo di attenzione per la quantità d'acqua che riceve e la forma delle vasche; l'altro Iavatojo trovasi all'angolo di via Assarotti e via Juvara ; il lerzo sulla piazza Nizza.
   Punti. — 1 duo fiumi Po c Dora fra cui siede Torino resero necessaria la costruzione di ponti fra cui i seguenti:
   Il ponte l'o all'estremità di piazza Vittorio Eina- l nuele I, principiato nel 1810 d'ordine di Napoleone 1 con disegno dell'ing. l'eiiinctiaiiip, e ultimato nel lSl-i; è a Ti arcate, sostenuto da pilastri di forma rotonda e della lunghezza di 150 metri.
   Vien secondo il l'onte sospeso in l'erro sul Po, rimpetto al corso Vittorio Emanuele II presso il Valentino. Data dal 1S40. La lunghezza, com- ; presi i due fianchi, misura metri INI; l'altezza
   del tavolato sopra le acque magre è di m. 10. Il tavolalo è sostenuto da 198 spranghe o stalle di ferro battuto attaccate ad otto gomene di tilo di ferro. Ne fu architetto Paolo Lehaitre di Chartres e s'intitola da Maria Teresa.
   11 terzo prende nome dalla Regina Margherita e trovasi sul Po alla barriera di Casale (fig. 51). È largo m. 12 con cinque archi, di cui tre elittici di m. 30 di corda, m. 5.1!) di saetta e m. 40 di