Torino
8.3
Fig. 49. — Castello del Valentino, verso Po (da fotografia di M. Brogi).
nel 1714. Il frontespizio marmoreo alla porta che s'apre in via della Zecca fu innalzato da Carlo Felice. L'interno ha uu cortile quadrato con portici a colonne che sostengono una galleria
superiore abbellita da monumenti e busti di molti professori. Due grandiose scale adorne di vasi di marmo istoriati conducono alla galleria superiore ove havvi la Biblioteca Nazionale.
Non finiremmo più se, dopo i palazzi sorti sui disegni dei migliori architetti dei secoli scorsi, ci facessimo ad enumerare le grandiose fabbriche moderne e le bellissime palazzine signorili sorte sul terreno dell'antica piazza d'armi.
Castello del Valentino (angolo corsi Massimo d'Azeglio e del Valentino) (figg. 48 e 49). — Fu edificato dalla duchessa Cristina di Francia sulle rovine di un altro castello che già si chiamava il Valentino. Quale sia la vera origine di questo nome non è certo ; generalmente però si fa derivare da Valentina Balbiano, moglie di Renalo Birago, il famoso presidente del Parlamento di Torino, per Francesco I di Francia, che ne poneva la pietra fondamentale nel 1550. E costruito sullo stile dei castelli francesi di quell'epoca, con
quattro torri quadrate dal tetto acuminato e con portici e gallerie di stile italiano.
Castello e Borgo uiedioevali (fig. 50). — Per la Sezione della Storia dell'Arte, all'Esposizione italiana del 1884, venne al D'Andrade l'idea di rappresentare ad un tempo gli abituri e la chiesuola di un antico paesello ed un antico castello me-dioevale. L'ingegnere Brayda si incaricò della costruzione dei fabbricati, e riprodusse varie parti di differenti villaggi della valle d'Aosta e del Monferrato.
49 — Lia Patria, voi. I.