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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Torino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 614

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Torino
   8.3
   Fig. 47. — Palazzo Reale.
   Palazzo Madama (piazza Castello) (fig. 45).— Detto anticamente il Castello della Porta Fibellona e ricostruito fra il 1402 ed il 1410 da Lodovico, ultimo principe di Acaia, con quattro torri, tre delle quali sussistono ancora. Fu già dimora dei duchi di Savoia. Nel 1018 l'architetto Juvara, per incarico di Madama Reale Maria Giovanna Battista di Nemours, disegnò l'odierna facciata a colonne e pilastri corinzi che doveva essere riprodotta negli altri tre lati dell'edilìzio. Le statue, i bassorilievi e le sculture sono del Baratta. Due gradinate conducono al piano superiore. Dopo il 1848 le vaste sale di questo palazzo vennero occupate dal Senato. In una delle sue torri è collocato l'Osservatorio astronomico. In esso trovansi l'Accademia Reale di medicina, la Biblioteca medica, il Museo craniologico e la Corte di cassazione.
   Palazzo Ormea (piazza Carlo Emanuele II, 9). — Apparteneva già ai conti di Guarene e poscia a quelli di Bagnasco. L'architettura della parte interna è di uno dei conti di Guarene ; la facciata è del Juvara.
   Palazzo Paesana (via Consolata, 1). — Di questo magnifico palazzo, edificato sui disegni del Plan-teri, sono da vedersi il vestibolo, i due scaloni ed il cortile d'onore, il più vasto che esista in Torino.
   Palazzo Profana di Colleguo (via S.a Teresa, 20). — Costruito sui disegni del Guarirli nel 1098, è notabile soprattutto per il maestoso suo vestibolo.
   Palazzo lleale (fig. 47). — Vastissimo edilizio che racchiude un gran cortile circondato da portici aperti, incominciato da Carlo Emanuele li nel 1000 sui disegni di Carlo ed Amedeo di Castel-lanionte e poi proseguito dalla duchessa Maria Giovanna Battista, da Vittorio Amedeo II e da Carlo Emanuele III. La facciata, di linee grandiose, forma la parte settentrionale di piazza Castello. All'entrata del gran cancello, disegno del Pelagi, che separa il palazzo dalla medesima, si veggono due statue equestri di Castore e Polluce, opera del Sangiorgio. La modesta semplicità dell'esterno fa il maggior contrasto colla ricchezza e vastità degli appartamenti ai quali dà accesso, a sinistra del vestibolo, un grande scalone, ornato della statua di Vittorio Amedeo I, conosciuto sotto il volgar nome di Cavallo di marmo, opera del Tacca Carrarese. La statua del duca è in bronzo, opera del Dupré. I due schiavi di marmo, stante la loro perfezione, sono attribuiti a Giovanni Bologna. I preziosi dipinti che ne adornano la vòlta sono del Morgari e dei fratelli Lodi. Le quattro tele che miransi alle pareti laterali sono