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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Torino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 614

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   G 2
   Parte Prima — Alta Italia
   Fig. ifi. — Interno dell'Uffizio della Posla.
   adorna la facciata, sostenuta da quattro colonne, in mezzo alle quali sorgono le statue del principe Eugenio di Savoia e di Ferdinando duca di Genova. Al piano terreno v'ha un elegante portico, dipinto a fresco dal Morgari e dal Lodi colle statue di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II. Nel mezzo del portico v'ha l'entrata principale che mette ad un cortile di forma rettangolare. Un ampio scalone conduce al piano superiore, ove nella gran sala vi ha un monumento di Vittorio Emanuele reduce nel 1814, opera dello Spalla. Annessa a questo palazzo è la Biblioteca civica.
   Palazzo della Corte d'appello (via omonima, lf>). — Fu incominciato nel 1720 sui disegni del Juvara d'ordine di Vittorio Amedeo II. Sospeso poco dopo fino al 1748, Carlo Emanuele III il fece proseguire su disegno del conte Alfieri, ma nuove vicende ne impedirono il compimento. Vittorio Amedeo III nel 1787 ne fece cominciare la facciata, che finalmente fu condotta a termine nel
   regno di Carlo Felice, affidatane l'esecuzione all'ingegnere Michela. Per decreto del Comune il palazzo fu terminato neL 1878. La Corte d'appello fu quivi insediata nel 1839. Presentemente vi siede pure la Corte d'assisie. Sono grandiosi l'atrio ed il portico.
   Palazzo I.ascaris (via Alfieri, 15). — Già dei marchesi di San Tommaso, poi dei Lascaris, indi dei Cavour. Ne fu architetto il conte Amedeo di Ca-stellamonte nel 1C65 e verso la metà del secolo scorso fu ampliato e ristaurato sui disegni del conte Dellala di Beinasco. Sono degni d'osservazione il vestibolo, lo scalone e la gran sala. Questo palazzo venne nel 1886 restaurato secondo i disegni del conte Castellamonte dall'ing. Casana; in esso trovano sede varie Banche.
   Palazzo Icialdigi (angolo via Alfieri e via della Provvidenza). — Data dal 1673 e fu innalzato dal conte Truchi di Levaldigi su disegni del conte Amedeo di Castellamonte.