Torino
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Monumento IVaziouale Vittorio Emanuele 11 (via Montebello) (fig. 41). —Questo edilìzio cominciato per tempio israelitico, venne, con deliberazioni 25 giugno 1877 e 15 aprile 1878, acquistato dal Municipio, e continuato poi a ricordo nazionale di re Vittorio Emanuele II, destinandolo a raccogliere come in museo storico le decorazioni, l'elmo, la spada del primo Re d'Italia, la spada del generale Garibaldi, e tutti i doni che la città di Torino possiede, riguardanti il glorioso risorgimento italiano. La grande navata centrale verrà ornata coi busti dei grandi Italiani che contribuirono a rendere libera e forte la patria nostra. Si alza su area quadrata di circa metri quadrati 2400. Esso comprende i sotterranei, un piano terreno ed il 1° piano, ciascuno dell'altezza di metri 5.04. Al 2° piano trovasi la grande sala di forma quadrata. Un peristilio di 20 colonne all'ingiro sorregge una galleria di grande effetto per le 20 colonne corinzie che formano un primo ordine di decorazione interna con interasse costante di m. 5.40. Su questo si eleva un secondo ordine a pilastri quadrati che nei suoi interassi e sul vòlto della galleria, dà luogo ad una seconda galleria di sussidio, dietro della quale è un ambulacro di circolazione pei visitatori. Un terz'ordine a pilastri isolati si eleva sul secondo, porta il cornicione di coronamento e un piccolo attico che serve ad alzare il centro di 20 finestroni semicircolari. Il piano d'imposta di tutti questi fmestroni è il piano stesso d'imposta di una gran vòlta a padiglione a monta assai rialzata che ha un lato di m. 26.36, cioè la metà di più di uno dei lati della gran cupola Brunellesca di Firenze. Sull'asse dell'ultimo ordine di coronamento nascono 20 costole o sporgenze che si bipartiscono, scorrono oblique sulla superficie interna del vólto, ed incontrandosi ne scompartiscono l'area in tante porzioni a mandorle. Dal piano della gran sala al nascimento del vólto sono metri 32.49. Il raggio di monta è di m. 75 all'intradosso e di m. 76.80 all'estradosso ; ma la volta è vuota, perchè costituita di due sottili scorze assieme collegate da archi diritti-rovesci, da voltine e da chiavi a bolzoni. Questa cupola è tronca a 37 metri d'altezza dall'imposta, e sopra di essa sorge la lanterna con 9 metri di lato. Sopra alla trabeazione della lanterna l'ardito Antonelli elevò quattro frontoni ; sulle quattro faccie e coll'aiuto di questi passò dalla pianta quadrata alla pianta circolare. Su questa pianta circolare elevò tre ordini di cupolini, e sull'ultimo piantò una cuspide acuminata che sostiene un genio alato fatto di sbalzo in rame dorato.
Esternamente sporge sulla facciata principale un grandioso pronao largo circa m. 4.18, decorato da un primo ordine di 6 colonne, alto metri 10.08 e da un second'ordine di pilastri in muratura alto m. 9.50 che sorregge il frontispizio. Questi due ordini di decorazioni ricorrono colle loro cornici su tutta l'estensione dei quattro lati dell'edifizio, hanno e conservano sempre un interasse di m. 5.40. L'ordine inferiore primario racchiude altri due ordini secondari, nell'ordine superiore invece si innesta in un sott'ordine secondario con lunghi piedestalli. Questi tre ordini secondari hanno gli assi in ricorrenza e racchiudono tutte le finestre che vi si riquadrano coi loro stipiti. Al pavimento del pronao si accede con due laterali scaloni con balaustrata. Il frontispizio ed il cornicione al second'ordine primario formano tutto all'ingiro come un primo coronamento dell'edificio, sono coperti da un tetto di pietra lamellare che stringe la sezione tutto all'ingiro del tempio e finisce col nascimento d'un attico che forma un basamento su cui s'eleva un peristilio di 76 colonne, 20 per lato. Due grandi scaloni interni negli angoli della facciata principale mettono ai sotterranei, al piano terreno e primo, al piano della gran sala colla ex-galleria delle donne ; il gran vòlto è formato a due pareti e nella intercapedine si sviluppa una comoda scaletta alla quale si giunge con una delle scale laterali posteriori continuata da una scala a chiocciola nella galleria della lanterna con gradini sul vólto della lanterna medesima e si passa alla scala a chiocciola che ha il proprio asse sull'asse centrale dell'edificio. Ai piani della lanterna, dei cupolini e sul cupolino finale sono quattro ballatoi con ringhiere e panchine per sedere. L'altezza totale del fabbricato è di m. 161 dal livello del suolo stradale.
Stazione Centrale (piazza Carlo Felice) (fig. 42). — È uno dei più grandiosi edilìzi di Torino e fu fabbricato in tre anni, cioè dal 1805 al 186S, colla spesa di circa tre milioni, sui disegni dell'ingegnere Mazzucchetti e in gran parte sotto la direzione dell' ing. Gilodi. Si compone di due vasti edilìzi, uno svolto a levante, l'altro a ponente, che chiudono in mezzo le linee della strada ferrata. Esternamente sono congiunti fra loro da un grande portico che prolungasi per 120 metri e sottostà alla facciala che guarda piazza Carlo Felice. Fronteggia l'edifizio a levante, ovverossia a sinistra di chi arriva alla stazione, un altro portico lungo 105 metri e largo 19.50 che conduce alla gran sala ove distribuisconsi i biglietti e ;i dalla quale si ha l'accesso agli uffici di spedizione