Circondario di Torino
15
che la canapa. Una porzione ragguardevole è occupata da praterie naturali che danno regolarmente tre raccolti copiosi di fieno. 11 frumento, la segala, il grano turco, il miglio, i fagiuoli occupano pressoché soli i campi adiacenti alla città. In alcuni luoghi coltivasi con profitto anche il lino.
Propria dell'agro di Chieri è la coltivazione del guado (Isatis tinctoria) che tinge in azzurro. Fra i vegetali voglionsi anche annoverare varie specie di funghi, in un coi tartufi bianchi, che trovansi sulla collina torinese.
Le tre valli della Stura di Lanzo pigliano nome dalla Stura (Sturici o Stura amnis), fiume o riviera composta di altrettanti rivi, il primo dei quali scende dai ghiacciai del Rocciamelone, il secondo e il terzo, da quello del Collarino e di Girard.
Riunita in un sol ramo poco discosto da Lanzo, la Stura va a mettere foce nel Po a nord di Torino e presso al confluente della Dora Riparia, dopo un corso di 70 chilometri in un bacino (con riuniti tutti i tre rami suddetti) di 960 chilometri quadrali dei quali 761 in montagna e 199 in pianura. Suoi affluenti principali sono il Tesso e la Ceronda, che scaturiscono presso la punta del Vallone nell'alta giogaia che divide a nord la valle di Lanzo e quella d'Aosta. Dalla Ceronda fu derivato il canale di questo nome che tanto favorisce l'industria torinese.
Codeste valli di Lanzo sono la porzione più ricca di minerali del circondario di Torino. Infatti, trovasi rame sopra Traves, appiè della montagna di Calcante, nella montagna di Votes, e in quella di Viù; da queste ultime si estrassero anche granate di color giacinto. Rinviensi cobalto ad Usseglio, e sul monte la Corna; ferro in più luoghi, dove solo e dove frammisto ad altre sostanze; amianto di più specie, cioè filamentoso bianco del monte Malpasso (Viù) e di Lanzo, fibroso della medesima valle, membranaceo di Balma e bianco morbido del monte Resta.
Nè vuoisi dimenticare il manganese compatto di Balangero, l'ossidato di Viù, il metalloide di Balma, i gneis con feldispato, il granito di Cantoira, i marmi serpen-tinosi di Usseglio e le altre molteplici varietà di cui abbondano la Val Grande ed altre. Si rinvenne anche oro nella Dora Baltea a Rondissone, a Verrua, e nel Mallone presso Feletto. Vicino a San Raffaele e Gassino si scavò corallo rosso fossile, una quantità di madreporite, di cui una assai bella, conchiglie fossili, ecc.
Le colline di Sciolze, Arignano e quelle che si addentrano nel Monferrato abbondano di conchiglie d'ogni fatta e di una quantità di zoofiti ben conservati. Di molte specie di testacei e zoofiti (vedi Paleontografia d'Italia) si sono perdute le razze, ed altre più non vivono al presente che nei tiepidi mari delle Indie orientali e della Cina. Lignite carbonosa fu scoperta nell'agro di Casalborgone e in quel di Brusasco in vai Pisella e lignite fibrosa poco lungi da Front sulla sponda sinistra del torrente Mallone.
Il circondario non è, per contro, guari ricco di marmi e pietre, non potendo vantare che il marmo bigio, la breccia di Gassino, il gneis di Sangano, il serpentino d'Usseglio, con qualche granilo, il granito di Balilla, le calci carbonate delle valli di Lanzo e le molte calcaree dei dintorni di Superga che riduconsi in calce.
11 circondario di Torino ha 5 sorgenti minerali descritte dal Bufitini nella sua Idrologia; cioè sono: l'acqua solforosa di Castiglione, nella regione del Gerbasso, le ferruginose di Chieri, a 1 chilometro circa dalla città; la solforosa di Lampiano, a 1 chilometro da Rivalla; la solforosa di Santa Fede, 4 chilom. a ovest da Cava-gnolo e la rinomata sorgente solforosa di San Genesio nel mandamento di Gassino,