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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Torino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 614

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   A
   Parte Prima — Al taf Italia
   stampa di giornali di varie specie, la tipografia produce un'infinità di opere importanti, alcune delle quali splendidamente illustrate, ed una grande quantità di libri scientifici e scolastici. Industrie affini alla tipografia sono le fonderie di caratteri, le litografie, una calcografia, gli incisori in legno, i fotografi, ecc.
   Importante è la fabbricazione del cuoio sia per la produzione abbondante di buone pelli del bestiame bovino in particolare, sia pel consumo crescente ogni dì più. Il progresso fatto dalle concerie, ove alle pratiche antiquate succedè lo studio e l'applicazione dei processi chimici, va rendendo sempre più importante codesto ramo di industria. Alle produzioni chimiche attendono parecchi laboratori, di cui alcuni in vaste proporzioni vanno compiendo progressi continui e stanno a paro degli stabilimenti stranieri. Come dell'industria, così del commercio ben si può dire che centro principale sia Torino.
   La provincia di Torino è solcata in ogni senso da una rete estesissima di strade. A Torino mettono capo le principali diramazioni stradali, dalle quali partono le grandi vie postali conducenti: 1° a Chivasso e nel Vercellese; 2° a Pinerolo da un lato e a Fenestrelle, e, dall'altro, a Carignano e a Carmagnola e di là a Racconigi nella provincia di Cuneo; 3° a Susa e al Moncenisio.
   La postale per Carignano manda un ramo sul Po, conducente a Moncalieri, a Poirino e di là nell'Astigiano.
   Importanti vie secondarie congiungono Torino a Chieri, a Caselle, a Ciriè, a Lanzo; a Gassino e a Brusasco; alla Venaria Reale, a Volpiano e a Pont. Da Chivasso una strada conduce ad Ivrea e di là in vai d'Aosta, da una parte, e nel Biellese dall'altra.
   Da Pinerolo si va per strada rotabile nella valle bagnata dal Pellice. In valle d'Aosta è notabile la strada assai lunga ad uso di caccia e anche comune fatta costruire da Vittorio Emanuele II a sue spese sull'orlo dei ghiacciai nella valle intermedia alle Alpi, verso la città e quelle che dominano il Canavese fra Champrocher, Gogne e Valsavaranche, nelle cui alture trovasi il campo per vegliare il passaggio dei camosci e dello stambecco che non alligna oramai più che in codesta zona.
   Le varie valli della provincia sono poi congiunte fra di loro da molti sentieri e vie mulattiere, la maggior parte però non praticabili, per le nevi, nel verno.
   Le vie principali a traverso le Alpi sono, com'è noto, quelle del Gran San Bernardo, del Moncenisio, e la strada detta di Francia pel Mongincvra, e da Pinerolo, per Gap, a Marsiglia.
   Anche la rete di strade ferrate è molto estesa nella provincia di Torino e basti citare i seguenti tronchi: Torino-Susa, Torino-Pinerolo, Torino-Carmagnola e Cuneo, Torino-Chivasso conducente a Vercelli e Novara, Chivasso-Ivrea, Torino-Moncalieri-Trofl'arello-Villanova d'Asti, sulla gran linea per Firenze, Torino-Ciriè, Torino-Biella, Torino-Rivoli, e l'ultima costruita Torino-Ivrea-Aosta. Si aspetta ora la costruzione del tronco Torino-Santhià-Borgomanero che metta in comunicazione diretta Torino con la grande ferrovia del Gottardo a tutto vantaggio di Milano.
   In ogni direzione si hanno linee tramviarie che uniscono la città ai capiluoghi di mandamento.
   La provincia di Torino finalmente è, come la città capoluogo, una delle meglio amministrate e delle più floride. Il suo bilancio, nel 1889, si presentava sotto le seguenti cifre: