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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Torino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 614

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Torino
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   castagni, dai noci, da cui ritraesi molto olio, e dalla pastorizia. Vastissimi i prati e grande il numero del bestiame vaccino bovino e principalmente pecorino. Anche l'agricoltura è in fiore.
   Nel circondario d'Ivrea si coltiva frumento, mais, segala ed altri cereali. Le frutte, le pesche, l'uva di Garema segnatamente, godono di antica rinomanza. I filugelli formano però la rendita principale dei contadini, i quali allevano anche bestiame in quantità specialmente bovino ed ovino col cui latte fabbricano un formaggio molto stimato detto Cervino. Nè voglionsi dimenticare i prodotti dei castagni e degli ortaggi.
   Nel circondario di Pinerolo i prodotti principali consistono in cereali d'ogni sorta, trattone il riso, in patate, castagne, frutte, legumi e vino di cui il più pregiato è quello di Campiglione. Altre colture di gran conto sono i prati e i gelsi per l'allevamento dei filugelli che dànno sete molto stimate. Il bestiame, principalmente bovino, è assai numeroso e somministra, per la bontà dei fieni, latte, burro, cacio e carne squisita. Il miele poi di Pragelato gode di una riputazione ben meritata. Dalle boscaglie molto estese si trae buonissimo legname da costruzione. Rinomatissime le due fabbriche d'i liquori di Fenestrelle.
   I prodotti principali del circondario di Susa consistono in segale, mais, patate, foraggi, frumento, fave, carciofi, legumi, miglio, castagne, vino, fra cui quello ben noto di Ghiomonte. Tengono dietro a questi prodotti la foglia di gelsi, il grano mescolo, gli ortaggi, la canapa, il lino, le barbabietole. Abbondante la legna e copiosissimo il bestiame, specie il bovino. In alcuni siti del territorio di Mompantero e talvolta anche nei prati scavansi tartufi neri.
   La provincia di Torino è fra tutte quelle ond' è divisa l'Italia e con quella di Milano, una delle più industriose e commerciali. Basta a dimostrarlo il movimento dei capitali. L'ammontare infatti delle cambiali scontate e delle anticipazioni fatte dagli Istituti di emissione (Banca Nazionale, Banco di Napoli), fu, nel 1887, di lire 504,554,964, inferiore soltanto a quello di Milano e di Roma e superiore a quello di Napoli. Una delle industrie principali è quella della trattura della seta. Nei circondari di Torino, Ivrea e Pinerolo esistono molte filande e filatoi nei quali trovano lavoro parecchie migliaia di persone.
   Tengono dietro all'industria della seta quelle della lana e del cotone, la fabbricazione della carta, le tipografie ed industrie affini, le concerie, i prodotti chimici, l'industria metallurgica, le fabbriche di tegole, mattoni, stoviglie, vetri, ecc., le fabbriche di cera, le oreficerie, le argenterie, ecc. I molti e grandiosi lanifici e cotonifici vanno prosperando ogni dì più principalmente dopo la rottura del trattato commerciale con la Francia. Anche l'industria della filatura e tessitura della juta presero nella provincia di Torino un buon avviamento come testimoniano gli opifici del Rey a Vinovo, di Arnaud e Vigo a Grugliasco.
   Coll'immenso sviluppo che ha preso la stampa, con la crescente estensione dei traffici commerciali ed industriali, col moltiplicarsi delle corrispondenze e col diffondersi dell'istruzione va di pari passo lo sviluppo della produzione e del commercio cartario e librario e dell'arte tipografica. Numerose le cartiere con macchine, i negozianti di stracci per alimentarle, i depositi dei fabbricanti e negozianti di carta, le legatorie di libri, i librai, ecc. La tipografia è stimata; oltre le città capoluoghi di circondario parecchie altre hanno stamperie in esercizio. A Torino poi, oltre la