Stai consultando: 'La Famiglia dell'Antiquario ', Carlo Goldoni

   

Pagina (109/132)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (109/132)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Atto ter/,»
   103
   Isa. Signor no, di concludere no.
   Dot. Dunque tratteremo.
   Isa. Il primo patto, che Doralice vada fuori di questa casa.
   Dot. E la dote?
   Isa. Prima la mia e poi la sua.
   Dot. S' ha da rovinare la casa ?
   Isa. Rovinar la casa,1 ma via Doralice.
   Dot. Eccola.
   Isa. Temeraria! Ha tanto ardire di venirmi davanti gli occhi ? Il sangue mi bolle. Non la voglio vedere. Venite con me. (entra nel suo appartamento
   Dot. Vengo ! Ho paura che non facciamo niente.
   Dor. (entra Doralice, e il Cav. corre dal suo appartamento). Vedete ! Io vengo per parlar con lei, ed ella mi fugge.
   Cav. Giacché siete tanto discreta e ragionevole, mi date licenza che, salve tutte le vostre convenienze, tratti 1' aggiustamento con vostra suocera ?
   Dor. Sì, mi farete piacere.
   Cav. Volete rimettervi in me ?
   Dor. Vi dò ampia facoltà di far tutto.
   Cav. Mi date parola ?
   Dor. Ve la do, con patto però che 1' aggiustamento sia fatto a modo mio.
   Cav. Prescrivetemi le condizioni.
   Dor. Una delle due, o che io debba essere la padrona di questa casa, senza che la suocera se ne abbia ad
   1 La vecchia Contessa si ritrae tutta da sè : rovinar la casa ! Gran parte del piccolo mondo femminile goldoniano è fatto di ripicchi e dispetti: piccole anime inacidite, incapaci di fare il gran bene come il gran male, incapaci anche di una vendetta che riveli u n pensiero, precipiti un avvenimento storico, abbatta un' istituzione o un uomo.