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La famiglia dell' antiquario
Pan. E, chi la tradìo, xe quel baron de Brighella.
Ans. Brighella è onorato.
Pan. Brighella xe un furbazzo e ghe lo proverò.
Ans. Come lo potete dire? Come lo potete provare?
Pan. Se recordela dell'Armeno, che gh'ha vendù el lume eterno delle piramidi d'Egitto e tutte quell'altre belle cosse ?
Ans. Me ne ricordo sicuro; e quella pure è stata un'ottima spesa.
Pan. Co so bona grazia, l'aspetta un momento: el xe qua, ghel fazzo vegnir. (parte
Ans. Avrà qualche altra cosa rara da vender.
Pane. Caro signor Conte, mi dispiace sentir ch'ella getti malamente i suoi denari.
Ans. Compatitemi, non ne sono ancora persuaso. Brighella mi ha fatto fare questo negozio. Brighella se ne intende quanto voi, e non è capace d'ingannarmi.
Pane. Brighella se ne intende quanto me? Mi fa un bell'onore. Signor Conte, io sono venuto per illuminarla, mosso dall'onestà di galantuomo ed eccitato a farlo dal signor Pantalone. Vossignoria è attorniata da bricconi che l'ingannano e le fanno comprare delle porcherie, e però...
Ans. Mi maraviglio, me n' intendo ; non sono uno sciocco. (alterato
Pane. Servitor umilissimo. (parte
Ans. Che caro signor Pancrazio! Parla per invidia. Vorrebbe discreditare la mia galleria, per accreditare la sua. Me n'intendo; conosco; non mi lascio gabbare.
E una scena a sorpresa, preparata da Pantalone, che se ne andò disgustato, ma non vuol darsi per vinto e ricorre all'aiuto di un Antiquario insigne; e notisi come il buon vecchio pregusta la vittoria, accompagnando con un commento ironico ogni scoperta di Pantalone. La scena ha nella vivacità del dialogo e nella diversa