Atto secondo
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   Isa. Ecco qui il Signor Dottore; è qualche anno che mi conosce. Mi ha tenuto in braccio da bambina, e sa chi sono. Dica egli, se io vado in callera senza ragione.
   Dot. Oh ! è vero. Ella non parla mai senza fondamento. Dor. Il signor Cavaliere è un buon testimonio di quello che ha detto di me la signora suocera, e sa egli se con ragione mi lamento. Cav. Signore, lasciamo queste leggerezze da parte. Stiam»
   allegramente in buona pace, con buona armonia. Dor. Leggerezze le chiamate? leggerezze? Mi avete pure accordato anche voi che io ho ragione, che io sono l'offesa, che non tocca a me a cedere. Isa. Bravo, signor Cavaliere! Vossignoria è quello che
   consiglia la signora Doralice. Cav. Io non consiglio nessuno, parlo come l'intendo.
   Servitore umilissimo di lor signore. (parte
   Pan. Voleu che ve la diga? Sè una chebba 1 de matti. Destrigheveìa tra de vu altri, e chi ha rogna se la gratta. (parte
   Isa. Son offesa, saprò vendicarmi, e la mia vendetta sarà da dama qual sono. Dottore, andiamo.
   ( parte col Dottore Dor. M'impegno con la mia placidezza di confondere e superare tutte le più furiose del monti [parte
   ' gabbia.
   Brighella entra come un trionfatore, con un grido di gioia, e disturba la seduta di famiglia. Per lui non vi sono porte chiuse o riguardi : è il cooperatore del suo padrone. La discussione continua per inerzia, ma più sconclusionatamente di prima; il Cavaliere, che ha un pò di sangue caldo, è il primo a spazientirsi e ad andar via, ma perde la pazienza anche il placido Pantalone, che — pare impossibile — è di accordo col Conte : sono una