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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Atto secondo
   85
   Pan. Siora sì, ghe lo dà mi, siora sì.
   Ans. Questo cammeo è bellissimo.
   Pan. (Orsù vorla, che scomenzemo a parlar ? Vorla dir ejja y\ (piano ad Anselmo
   A.ns. La chioma di quella sirena non può esser più bella. La voglio veder colla lente. ( tira fuori una lente, e osserva il cammeo, e non bada a chi parla.
   Pan. (El tempo passa) (come sopra
   Ans. Principiate voi, poi dirò io. Intanto lasciatemi prender gusto in questo cammeo.
   Pan. Signore, se le- me permette, qua per ordin del sior Conte mio padron, die qual ho l'honor' dè esser ^ anc'à parente...
   Dor. Per mia disgrazia.
   Pan. Tasè là, siora, e fin che parlo, no ni' interompè Come diseva, se le me permette, farò un piccolo di scorsetto. Pur troppo ^e vero che tra la madonna e la niora poche volte se va d'accordo...
   Isa. Quando la nuora non ha giudizio.
   Pan- Cara eia, per carità, la prego, la me lassa parlar; la sentirà con che rispetto, con che venerazion, con che giustizia parlerò de eia. ( a Isabella
   Isa. Io non apro bocca.
   Pan. E vu tasè. (a Doralice
   Dor. Non parlo.
   Pan. Credo che per ordinario le dissension che nasse tra ste do persone, le dipenda da chiaccbìe 1 e pettegolezzi.
   Isa. Questa volta son cose vere.
   Dor. Vere, verissime.
   Pan. Oh poveretto mi! me lassele dir? 2
   Isa. Avete finito? Vorrei parlar anch'io.
   1 ciarle, mi lasciano parlare, si o no ?