Atto secondo
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Pan. Siora sì, ghe lo dà mi, siora sì.
Ans. Questo cammeo è bellissimo.
Pan. (Orsù vorla, che scomenzemo a parlar ? Vorla dir ejja y\ (piano ad Anselmo
A.ns. La chioma di quella sirena non può esser più bella. La voglio veder colla lente. ( tira fuori una lente, e osserva il cammeo, e non bada a chi parla.
Pan. (El tempo passa) (come sopra
Ans. Principiate voi, poi dirò io. Intanto lasciatemi prender gusto in questo cammeo.
Pan. Signore, se le- me permette, qua per ordin del sior Conte mio padron, die qual ho l'honor' dè esser ^ anc'à parente...
Dor. Per mia disgrazia.
Pan. Tasè là, siora, e fin che parlo, no ni' interompè Come diseva, se le me permette, farò un piccolo di scorsetto. Pur troppo ^e vero che tra la madonna e la niora poche volte se va d'accordo...
Isa. Quando la nuora non ha giudizio.
Pan- Cara eia, per carità, la prego, la me lassa parlar; la sentirà con che rispetto, con che venerazion, con che giustizia parlerò de eia. ( a Isabella
Isa. Io non apro bocca.
Pan. E vu tasè. (a Doralice
Dor. Non parlo.
Pan. Credo che per ordinario le dissension che nasse tra ste do persone, le dipenda da chiaccbìe 1 e pettegolezzi.
Isa. Questa volta son cose vere.
Dor. Vere, verissime.
Pan. Oh poveretto mi! me lassele dir? 2
Isa. Avete finito? Vorrei parlar anch'io.
1 ciarle, mi lasciano parlare, si o no ?