90-
La famiglia dell' antiquario
SCENA XIX.
Doralice, il Cavaliere del Bosco, Giacinto e detti.
Pan. (Cosa gh'intra quel sior co mia fia?) (ad Anselmo Cav. Padroni miei, con tutto il rispetto. Dor. Serva di lor signori.
Ans. E voi, signora, non dite niente? (ad Isabella Isa. Divotissima, divotissima. (sostenuta
Ans. Sediamo un poco, e quello che abbiamo a fare, facciamolo presto (tutti siedono) (Brighella non si vede). Che ora è ? Signor Cavaliere, che ora è ? Cav. Non lo so davvero. Ho dato il mio orologio ad accomodarlo.
Dor. Guarderò io : è mezzogiorno vicino, (guarda sull'orologio
Ans. Avete un bell'orologio. Lasciatemelo un poco vedere. 1 Dor. Eccolo.
Isa. Mi rallegro con lei, signora. (a Doralice
Dor. È necessario un orologio, dove ognora si scan-. dagliano i quarti della nobiltà. Isa. (L'impertinente ! ).
Ans. Mi piace questo cammeo; sarà antico: da chi l'avete avuto ? Dor. Me l'ha dato mio padre.
Isa. Oh, oh, oh, suo padre. (ridendo forte -
Scena XIX. — 1 E' la prima distrazione del Conte; fuori della sua galleria è sempre distratto, come il maniaco costretto a pensare ad altro.
' E' insinuazione maligna che esplode con una risata ironica. Questo solo è rimasto di una scena, nella prima redazione della commedia, nella quale la Contessa insinuava nell'animo del figlio che l'orologio fosse dono non del padre, ma di un... cicisbeo. Fece bene il Goldoni a non avvilire troppo la nobile donna e a non farne una malvagia calunniatrice.