SCENA XIII.
Camera della contessa Isabella.
La contessa Isabella e il Dottore.
Isa. Auclie voi mi rompete la testa ?
Dot. Io non parlo ; ma ella ha udito che cosa ha detto il signor Pantalone ?
Isa. Come c' entra quel vecchio in casa mia ? Qui comando io, e poi mio marito. 1
Dot. Benissimo, non pretende già voler far da padrone; egli mostra dell'amore per questa casa, e desidera di vedere in tutti la concordia e la pace.
Isa. Se vuol che vi sia la pace, faccia che sua figlia abbia giudizio.
Dot. Egli protesta ch'ella è innocente.
Isa. E innocente? È innocente? E voi ancora lo dite? Sia maledetto quando il diavolo vi porta qui.
Dot. È il signor Pantalone che dice ch'ella è innocente. Io non lo dico.
Isa. Basta, se vi sentite di dirlo, andate fuori di questa camera.
Dot. Questa è una bellissima cosa. Ora mi vuole, ora mi scaccia.
Isa. Se mi fate rabbia ! Andatemi a prendere da bere.
Dot. Vado. (parte per prendere da bere
Scena XIII. — 1 Dove il marito non comanda, comanda la moglie. — E' l'unica battuta un pò comica di questa scena, ch'è vuota, come le tre seguenti, tutte svolgentisi in camera della Contessa e con evidente parallelismo con le prime sette di questo atto II. L'appartamento della Contessa è il contraltare dell'appartamento della Contessina, ma è davvero un misero campo di battaglia, dove anche il dispetto è caricato, volgare, isterico; e la vittima n'è il Dottore. L'azione, senza queste scene, guadagnerebbe in concisione e rapidità.