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La famiglia dell' antiquario
SCENA X.
Il conte Anselmo poi Pantalone.
Ans. Non mi sarei mai creduto un incontro simile. Ma la fortuna capita, quando men si crede.
Pan. Se puoi vegnir ? {di dentro
Ans. Ecco qui quel buon uomo 1 di Pantalone. Non sa niente, non sa niente. Venite, venite, signor Pantalone.
Pan. Fazzo reverenza al sior Conte.
Ans. Ditemi, voi che avete delle corrispondenze 2 per il mondo, sapete la lingua greca ?
Pan. La so perfettamente. Son sta dies' anni a Corfù. Ho scomenzà là a far el mercante, e tutto el mio divertimento giera 3 a imparar quel linguaggio.
Ans. Dunque saprete leggere le scritture greche ?
Pan. Ghe dirò : altro xe el greco litteral, altro xe el greco volgar. 1 Me ne intendo però un pochetto dell' un e dell' altro.
Ans. Quand' è così vi voglio far vedere una bella cosa.
P a n . La vedrò volentiera.
Ans. Un codice greco.
Pan. Bon, ghe n' ho visto dei altri.
ha portato un codice greco e un altro mariolo, furbo e prudente, porterà gli stracci del capitano Saraccà. Questa scena è un doppione della XVI' dell'a. I; ma l'Antiquario non può stare in ozio, deve pur lavorare al suo mestiere...
Ecco intanto Pantalone.
Scena X. — 1 Per il Conte il signor Pantalone è un ' buon uomo,,, un semplicione ignorante a petto a lui, così astuto ed esperto, specie nella scienza dell'antichità. Questo tono di compatimento accompagnato dalla solita alleria rumorosa dei matto collezionista non è senza effetto comico.
2 relazioni.
3 era.
* Greco letterario, classico ; greco moderno, parlato.