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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Atto secondo
   69
   Bri. La senta, se no la gli' ha tutti i denari no importa : m'impegno de farghe dar la roba, parte col denaro contante e parte con un biglietto.
   4ns. Oh, il ciel volesse! Caro Brighella, sarebbe la mia fortuna. Quanto credi tu che vi vorrà alla mano ?
   Bri. Almanco do mille scudi.
   Ans. Io non ne ho altri che millecinquecento, gli altri gli ho spesi tutti.
   Bri. Yederò se el se contenta de questi.
   Ans. Brighella mio, non bisogna perder tempo ; va' subito a serrar il contratto.
   Bri. Bisogherà darghe caparra ?
   Ans. Sì, tieni questi venti zecchini. Daglieli per caparra.
   Bri. Vado subito....
   Ans. Ma avverti di farti dare l'inventario, riscontra cosa per cosa, poi vienimi ad avvisare, che verrò a vedere ancor io. 1
   Bri. Vado, perchè, se se perde tempo, el negozio poi andar in qualch' altra man.
   Ans. No, per amor del cielo. Mi appiccherei dalla disperazione.
   Bri. (E vero che il signor Capitano vuol vender la galleria, ma con questi venti zecchini comprerò i so scarti, ghe porterò qualch'altra freddura, 2 e el gonzo che non sa gnente, li pagherà a caro prezzo). (parte
   1 Comicissimo. Parrebbe, a sentirlo, che il Conte fosse il più prudente e difficile compratore. Andrà anche lui in persona!
   2 corbelleria.
   Con questa scena l'azione ritorna al centro, eh'è il salotto dell'Antiquario ; e la comparsa in scena dell'Antiquario produce subito un interesse più vivo nel pubblico e nel lettore. Egli ci è presente anche quando non c'è, perchè sentiamo che egli è la vera e grande piaga della famiglia, il dissolvitore abulico e incosciente della propria casa. Mentre dentro infuria il pettegolezzo e il dispetto, e vi scialano da padroni cicisbei e servi, un mariolo