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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   66-
   La famiglia dell' antiquario
   eh' io non do mai nulla alla servitù, tenete questo mezzo ducato. Col. Grazie. Sapete, ora, che cosa dirà ? Cav. E che dirà ?
   Col. Che avete fatto una gran cascata1. (parte
   Cav. Che maledettissima cameriera ! Costei è causa principale degli scandali di questa casa. Ella riporta a questa, riporta a quella ; le donne ascoltano volentieri tutte le ciarle che sentono riportare : quando o-dono dir male, credono tutto con facilità, e si rendono nemiche senza ragione. Se possso, voglio vedere che Colombina, scoperta dall' una e dall' altra, paghi la pena delle sue imposture. Pur troppo è vero, tante e tante volte dipende la quiete d' una famiglia dalla lingua di una serva o di un servitore.
   SCENA IX.
   Salotto.
   Il Conte Anselmo, con un libro grosso manoscritto, \ e B r i g h e 11 a.
   Ans. Quanto mi dispiace non intender la lingua greca! Questo manoscriito è un tesoro, ma non l'intendo 2. Brighella ? Bri. Illustrissimo.
   Ans. Ho trovato un manoscritto greco, antichissimo, che vale cento zecchini, e 1' ho avuto per dieci.
   1 Impertinente, come sempre, Colombina intende dire che il Cavaliere fa il cascamorto alla Contéssina. E il Cavaliere, che impara anche a sue spese la maldicenza de' servi, si atteggia qui a moralista, di accordo con Pantalone, e tutti e due col Goldoni, artista obiettivo, che fa scaturire la moralità da' fatti.
   Scena IX. — 2 II Conte non sa l'armeno, non sa il greco, e gli capitano apposta (vedi astuzia dei ladri!) i tesori più antichi e anche meno intelligibili!
   (parte. /