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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   56
   La famiglia dell' antiquario
   SCENA III.
   Colombina e detta.
   Col. Oh questa è bella! Tutti mi comandano. Anche il signor Contino si vuol far servire da me.
   Dor. Colombina.
   Col. Signora.
   Dor. Poverina! ti ho dato quello schiaffo, me ne dispiace infinitamente.
   Col. Ancora sento il bruciore.
   Dor. Vieni qua, voglio che facciamo la pace.
   Col. La mia padrona, in tant'anni ch'io la servo, non mi ha mai tocccato.
   Dor. La tua padrona? 1
   Col. Signora sì, signora sì, la mia padrona.
   Dor. Dimmi un poco, quanto ti dà di salario la tua padrona?
   Col. Mi dà uno scudo il mese.
   Dor. Povera ragazza! non ti dà altro che uno scudo il mese? Ti dà molto poco.
   Col. Certo, per dirla, mi dà poco,* perchè a servirla come la servo io...
   Dor. Quando io era in casa mia, la mia cameriera aveva da mio padre uno zecchino il mese.
   Col. Uno zecchino?
   Dor. Sì, uno zecchino, e gl'incerti arrivavano fino a una doppia. 8
   Scena III. — 1 È una domanda senza senso, che dà tempo a pensare; quanto basta affinché Doralice si apra la via a una domanda più insinuante : ' quanto ti dà di salario la tua padrona ?.
   1 Qui son nominate tre monete veneziane; lo scudo d' argento, lo zecchino che valeva uno scudo d'oro, e la doppia che ne valeva due. Cfr. Musatti, Storia di Venezia, II, 243-9.