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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   38
   La famiglia dell' antiquario
   Ans. Ś, vedi se lo desse con dodici. (gli fa cenno colle mani che gli offerisca dodici zecchini. Bri. Lamacà, volenich, calabà. Ari. Salàmin, salamun, salamà. Bri. Curich, maradas, chiribara. Ari. Sarich, micon, tiribio.
   Ans. (Che linguaggio curioso ; e Brighella l'intende !)
   Bri. Sior padron, l'è aggiustada.
   Ans. Ś, quanto ?
   Bri. Quattordese zecchini.
   Ans. Non vi è male. Son contento. Galantuomo, quattordici zecchini ? Ari. Stara, stara.
   Ans. Ś, stara, stara. Ecco i vostri denari, (glieli conta Ari. Obligara, obligara.
   Ans. E se avera altra... altra... rara, portara. 1 Ari. Ś, portara, vegnira, cuccara. 2 Ans. Che cosa vuol dire cuccura ? (a Brighella
   Bri. Vuol dire distinguer da un altro. Ans. Benissimo ; se cuccara mi, mi cuccara ti. (ad Arlecchino
   Ari. Mi cuccara ti, ma non ti cuccara mi. Ans. Ś, prometterà. Bri. Andara, andar a. Ari. Saludara, patrugna.
   Bri. Aspettara, aspettara. (vuol seguirlo
   Ans. Senti. (a Brighella
   Scena XVII. — 1 Non si trascuri la lepidezza dell'Antiquario, mattacchione sciocco, che nel trasporto della gioia, a poco a poco, insensibilmente, imita il linguaggio comico dei due Zanni e si fa quasi tirare spensieratamente nel loro gergo. Il mattoide ci sciala dentro, e noi ridiamo più di lui che delle goffaggini de' due ladroncelli.
   2 imbrogliare.