Atto primo
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SCENA XI.
La Contessa Isabella, poi il Dottore.
Isa. È diventato un bell'umorino costui Causa quel*
1' impertinente di Doralice. Dot. Con permissione, posso venire? (di dentro2 Isa. Venite, Dottore, venite. Dot. Fo riverenza alla signora Contessa. Isa. E qualche tempo che non vi lasciate vedere.
due ' venti,, contrari, la moglie e la madre, Giacinto non sa accontentare nè l'una nè l'altra. Per la moglie è troppo debole, per la madre è troppo ardito; davanti a quella difende la madre, davanti a questa la moglie. Impotente sempre a prendere una posizione o una decisione qualsiasi, come il padre ; mentre la vecchia Contessa mostra — nella difesa de' suoi privilegi — una energia straordinaria, fatta sì di albagia e di puntiglio, ma energia.
Ormai, con la scena precedente, abbiamo conosciuto tutte le persone di casa, compresa la serva, che non è la meno interessante. Le fila, abilmente e con prontezza rara distese dal grande artista, si vanno ora svolgendo con mano sicura. La vecchia Contessa ha intuito, col finissimo fiuto di donna,- il piano di Doralice ; conquistar terreno nella casa, farsi credito, crearsi un ' partito „ per soverchiarla. Arte di diplomazia femminile. E si apparecchia alla lotta con le stesse armi. Ecco, a proposito, il Dottore.
Scena XI. — 1 Costui è il figliolo !
2 II Dottore Anselmi è un vecchio cavalier servente della contessa Isabella. E un residuo dell'antica maschera bolognese del Dottor Balanzoni, nella commedia dell'arte : la caricatura del leguleio. In questa commedia del Goldoni è la caricatura del cicisbeismo, che nel settecento fu lina galanteria femminile prima altrove che a Venezia, colpita nel vivo da tutti i moralisti del tempo, dal Parini, dall'Alfieri, dal Gozzi. Meglio di tutti dal Goldoni, che senza irruenza ne mostrò il ridicolo sulla scena col Cavaliere e la Dama e con La dama prudente, con grave scandalo de' signori cavalieri che si vedevano profanato il santuario misterioso della galanteria.