Atto primo
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cameriera antica di casa; mia madre le vuol bene e può mettere qualche buona parola.
Dor. Che! dovrò avere soggezione anche della carne-riera? Mandatela, mandatela, che ne ho bisogno.
Già. La mando subito. (Sto fresco. Madre collerica, moglie puntigliosa; due venti contrari. Voglia il cielo che non facciano naufragare la casa), (da sé, parte
SCENA Vili.
Doralice e poi Colombina.
)fDor. Oh!, in quanto a questo poi non mi voglio lasciar soverchiare. La mia ragione la voglio dir certamente. Mio marito si meraviglia, perchè dico l'a-nimo mio senza alterarmi. Mi par di far meglio così. Chi va pazzamente in collera, pregiudica alla salute e fa ridere i suoi nemici.
Col. Il signor Contino mi ha detto che la padrona mi domanda, ma non la vedo. È forse andata via? 1
In questa scena VII facciamo la conoscenza in pieno di Giacinto; i personaggi goldoniani, appena compaiono sulla scena, si rivelano interamente, non hanno profondità a lungo scandaglio, son tutti istintivamente sinceri, semplici e di facile espansione. Giacinto aveva avuto uno scatto di energia, almeno a parole, col pad;e; ma era siato uno sforzo, che lo lascia ora più irresoluto e impotente di prima. La sola difesa è questa: infine son suo padre e sua madre. Animo buono in fondo, vorrebbe conciliare tutto; ma non riesce, perchè ha il difetto ereditario paterno : l'abulia. Il conflitto è ormai aperto, e fra poco scoppierà violento; e nel conflitto il carattere più debole, remissivo, è Giacinto, più debole anche in confronto delle donne, che in questa commedia son le sole che abbiano o mostrino di avere dell'energia.
Scena Vili. — 1 Si badi all'uscita di Colombina, che finge di non riconoscere una padrona nella nuova venuta, qu'asi fosse un'intrusa. Nella maligna finzione c'è l'offesa. Colombina è la ser-