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La famiglia dell' antiquario
Dor. Dal buon mattino si conosce qual esser debba la
buona sera. Già. Mia madre vi prenderà amore. Dor. Non lo credo. Già. Procurate di farvi ben volere. Dor. È impossibile con quella bestia. Già. Bestia a mia madre ? Dor. Sì, bestia: è una bestia. Già. E lo dite con quella flemma? Dor. Io non mi voglio scaldare il sangue. Già. Cara Doralice, abbiate giudizio. Dor. Ne ho anche troppo.
Già. Via, se mi volete bene, regolatevi con prudenza. Dor. Fate che io abbia quello che mi si conviene, e
sarò pazientissima. Già. Il merito della virtù consiste nel soffrire. Dor. Sì, soffrirò, ma voglio un abito. Già. L'avrete, l'avrete.
Dor. Lo voglio, se credessi che me ne andasse la testa.
Sono impuntata, lo voglio. Gia.'Vi dico che lo avrete. Dor. E presto lo voglio, presto.
Già. Or ora vado per il mercante. (Bisogna in qualche
maniera acquietarla). Dor. Dite: che abito avete intenzione di farmi? Già. Vi farò un abito buono.
Dor. M'immagino vi sarà dell'oro e dell'argento. Già. E se fosse di seta schietta, non sarebbe a proposito ?
Dor. Mi pare che ventimila scudi di dote possano
meritare un abito con un poco d'oro. Già. Via, vi sarà dell'oro.
Dor. Mandate la cameriera, che le voglio ordinare una cuffia.
Già. Sentite: anche con Colombina siate tollerante. E