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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Atto primo
   15
   Dor. Sì, signore, me n'intendo.
   A n s. Brava ! Me ne rallegro : e come ve n'intendete ?
   Dor. Me ne intendo, perchè tutte le mie gioje, tutti i miei vestiti sono anticaglie.
   A n s . Brava ! spiritosa ! Vostro padre, prima di maritarvi doveva vestirvi alla moda.
   Dor. Lo avrebbe fatto, se voi non aveste preteso i ventimila scudi in denari contanti, e non aveste promesso di farmi il bisogno 1 per comparire.
   A n s. Orsù, lasciatemi un po' stare ; non ho tempo da perdere in simili frascherie.
   Dor. Vi pare una bella cosa, che io non abbia nemmeno un vestito da sposa ?
   Ans. Mi pare che siate decentemente vestita.
   Dor. Questo è l'abito ch'io aveva ancor da fanciulla.
   Ans. E perchè'siete maritata non vi sta bene? Anzi sta benissimo, e quando occorrerà, si allargherà.
   Dor. Non è vostro decoro, eh' io vada vestita come una serva.
   Ans. (Non darei questa medaglia per cento scudi).
   Dor. Finalmente ho portato in casa ventimila scudi.
   Ans. (A compir la collana mi mancano ancora sette medaglie).
   Dor. Avete voluto fare il matrimonio in privato, ed io non ho detto niente.
   Ans. (Queste sette medaglie le troverò).
   Dor. Non avete invitato nessuno dei miei parenti; pazienza !
   Ans. (Vi sono ancora duemila scudi, le troverò).
   che con la ripetizione della parola (schiavo, schiavo) : le piccole comicità che il Goldoni trae da una debolezza, da un abito, da un intercalare. — Schiavo era il saluto che il cavaliere faceva alla dama e che scolpiva perfettamente la condizione di lui.
   1 bisognevole.