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La famiglia dell' antiquario
SCENA IV.
Il conte Anselmo solo
E pazza, è pazza la poverina. Prevedo che fra suocera e nuora vi voglia essere il solito divertimento. Ma io non ci voglio pensare. Voglio attendere alle mie medaglie, e se si vogliono rompere il capo, lo facciano, che non m'importa. Non posso saziarmi di rimirare questo Pescennio ! E questa tazza di diaspro orientale, non è un tesoro ? Io credo senz'altro sia quella in cui Cleopatra stemprò la perla alla famosa cena di Marcantonio. 1
SCENA V.
Doralice e detto.
D o r. Serva, signor suocero.
Ans. Schiavo, nuora, schiavo. Ditemi, v' intendete voi di anticaglie ? 2
Scena IV. — 1 Si narra che Cleopatra facesse fondere nell'aceto una perla preziosissima, come scommessa di voler consumare in una cena dieci milioni di sesterzi.
Il Conte, come tutti i maniaci, si lascia andare volentieri a' soliloqui, si abbandona all'allegria spensierata con sè stesso ; è l'uomo contento di sè, che si frega le mani, che dà denari a chi ne vuole, oggi che ha trovato il pescennio. Il mattacchione è di una comicità irresistibile in questa scena, quando dà della ' pazza „ alla moglie, senza, badare alle proprie pazzie; e più quando prevede, non senza compiacenza, che fra suocera e nuora ci sarà il ' solito divertimento „. Egli, nell'inconsapevolezza della propria mania, assume l'aria comica dello spettatore che si diverte allo spettacolo del cotidiano conflitto fra la moglie e la nuora. Il pazzo che ride davanti alla propria casa che brucia.
Scena V. — ' Il Conte è ancora di buon umore, così con la moglie come con la nuora; e il suo buon umore si manifesta an-